Invece se morissi te, partirei per fare un viaggio, da solo, mi sembrerebbe la cosa più bella per portarti via con me. Avrei bisogno di un luogo e di una modalità di viaggio dove possa perdermi un po’ ”.

Ecco, bastano i primi sei minuti per comprendere il trionfo, al Festival del Cinema Invisibile di Lecce, del film Noi non siamo come James Bond, regia Mario Balsamo (2012). La sacralità e l’immensa delicatezza trasudano nel rapporto dialogico tra Guido Gabrielli e Mario Balsamo, amici instancabili di un’intera vita nonché entrambi segnati da un destino che suscita numerosi interrogativi sulla propria esistenza. Ammaliati in gioventù dall’eroe cinematografico di Sean Connery, ora i due protagonisti cinquantenni rafforzati dall’esperienza dolorosa della malattia hanno ben poco da invidiare all’intraprendenza del coraggioso James Bond. In un film documentario, si ripercorrono le fragilità, le paure e i ricordi abbracciando il tutto con estrema dignità, passione del vivere e lasciando che ogni cosa sia elaborata nel tempo e accettata con coraggio.

Guido racconta : “In quel momento in cui tutti gli altri mi vedevano ormai finito, veramente non ho mai pensato che finisse”. Ed ancora: “Stare tutto il giorno a scavare una buca per trovare sassi… Sporcarsi senza aver paura di sporcarsi – un po’ come i bambini – è stato utile per riacquisire un rapporto con il proprio corpo” .

Il film, già vincitore al 30˚ Torino Film Festival, si avvale di riprese intime mostrando i disagi fisici di Guido e Mario, ma nonostante tutto ha il merito di affrontare un tema delicato come la malattia senza mai cadere nella spettacolarizzazione del dolore, procedendo invece nell’afferrare l’essenza emotiva del coraggio a cui la sofferenza inesorabilmente conduce. Togliere tutto strappare le erbacce, un po’ come la natura, perché come dice Guido “la natura se ne frega che tu viva male, la natura va avanti ”.

Patrizia Miglietta