“Al nuovo gusto di ciliegia” è la disturbante miniserie horror lanciata da Netflix. La delicatezza del titolo però non deve trarre in inganno. Se è vero che gli otto episodi coinvolgeranno tutti e cinque i sensi dello spettatore, una trama dai risvolti stranianti, talvolta spaventosi, lascerà un retrogusto dolceamaro nella bocca di chi ne intraprende la visione. Vicende tragicomiche che ricordano alcune delle più perturbanti opere di David Lynch (in molti ne hanno rivisto chiari riferimenti), allo stesso tempo lasciano spazio alle risate e a un atteggiamento sognante e distaccato; con questa serie a volte ci si addentrerà in un luogo fiabesco, altre ci si risveglierà nella più cruda e disincantata realtà. Ma una cosa è certa: il sapore che si avrà la possibilità di assaggiare non sarà solo quello di ciliegia. A imporsi saranno tutte le sfumature delle numerose pozioni che la protagonista preparerà al fine di attuare la sua spietata vendetta.
Tutto ruota attorno alla storia di Lisa Nova (Rosa Salazar), protagonista aspirante regista e sceneggiatrice in erba che approda nella Los Angeles degli anni ’90. Il suo cortometraggio, “L’occhio di Lucy”, ha attirato l’interesse di un noto produttore di Hollywood, il premio Oscar Lou Burke (Eric Lange). Inizialmente le cose sembrano andare bene: la regista è estasiata dalla possibilità di lavorare insieme a lui, piano piano entra nel giro e si inserisce nell’ambiente. Quando la ragazza rifiuterà le avances sessuali del produttore, tutto cambierà e quella che doveva essere per lei una scalata verso il successo si trasformerà in una discesa verso gli inferi, seguendo un effetto domino di eventi progressivamente sempre più incredibili (e ultraterreni). Lisa infatti troverà una risposta e un aiuto in Boro (Catherine Keener), l’oscura e sfuggente donna dai poteri paranormali, ma potrà davvero fidarsi di lei?
Tanti sono gli elementi di rilievo in questa miniserie, a partire da una più impegnata riflessione e critica al mondo del cinema, che permea tutti gli episodi. A un livello tematico successivo, la trama racconta la sete di vendetta, e Rosa Salazar appare a dir poco perfetta in questo ruolo. L’attrice riesce a catturare e trattenere lo spettatore anche solo attraverso l’utilizzo del suo sguardo magnetico, ed è sicuramente la scelta giusta per rappresentare la perdizione interiore di Lisa Nova. Allo stesso tempo, su un piano prettamente tecnico, gli elementi che possono essere annoverati sono una fotografia impeccabile, giocata su colori accesi e saturi del revival degli anni ’90, e l’effetto scenico dato dall’utilizzo teatrale delle luci. Da quelle che illuminano la Los Angeles avvolta dalle tenebre alle lampade che illuminano gli ambienti interni fatiscenti. Nel complesso, la miniserie merita sicuramente una visione, anche solo per la recitazione e la costruzione dei personaggi, entrambi elementi che risultano più che convincenti.
Chiara Fedeli