Le frontiere generazionali | Il cinema come strumento di riflessione
Lo scorso 24 novembre si è svolta a Roma presso il Pontificio Consiglio della Cultura la conferenza stampa di presentazione della XIV edizione del Tertio Millennio Film Fest, in programma dal 7 al 12 dicembre presso il Cinema Trevi.
Il tema di questa edizione del Festival, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo e presieduta da Dario E. Viganò, ruota attorno alle Frontiere generazionali con una riflessione attenta sul mondo giovanile e sullo stato attuale in cui si trovano a vivere le giovani generazioni. Come ha, quindi, chiarito il Direttore Artistico del Festival: il Tertio Millennio Film Fest è per tradizione momento di riflessione sulla condizione dell’uomo nel mondo moderno, usando l’orizzonte cinematografico come mezzo per ragionare e sviscerare i problemi di oggi, ma anche come luogo di incontro di persone e mentalità diverse. Il titolo dell’edizione di quest’anno è “Frontiere generazionali”, che racchiude pienamente il senso di domande oggi imprescindibili. In questo mondo governato dalle leggi del profitto, i valori familiari sembrano naufragare e per i giovani è sempre più difficile riuscire a trovare un proprio posto nella società, pensare al futuro senza paure e a instaurare un dialogo con le generazioni che li hanno preceduti.
Da sempre, infatti, questo Festival presenta il linguaggio cinematografico come strumento per riflettere sugli avvenimenti attuali e per porsi interrogativi su problemi: è dovere del cinema, mezzo legato profondamente alla contemporaneità, rapportarsi a questo tema attuale di giovani, lavoro, disagio e recupero delle tradizioni.
I film selezionati affrontano dunque le Frontiere generazionali raccontando le paure per un futuro incerto: si tratta prevalentemente di anteprime internazionali come Intonazii del regista russo Aleksandr Sokurov, che propone sei documentari sull’incertezza dei giovani russi, Biutiful di Alejandro González Iñárritu, incentrato sulla storia di Uxbal e sui dubbi sull’eredità da lasciare ai propri figli, We Are Half of Iran’s Population di Rakhshan Beni-Etemad sul futuro incerto per le donne iraniane e Un homme qui crie di Mahamat-Saleh Haroun, Premio della Giuria all’ultima edizione del Festival di Cannes.
Anche nella sezione “Testimonianza” gli omaggi presenti, come A Letter to Elia di Kent Jones e Martin Scorsese, affrontano le paure e le incertezze delle generazioni passate, immortalate nel documentario dedicato alla memoria di Elia Kazan da Brando in Fronte del porto e da James Dean ne La Valle dell’Eden.
Infine, il Festival assegnerà i RdC Awards per le categorie Premio Navicella – Cinema Italiano, Premio Navicella – Fiction, Premio “Diego Fabbri” al miglior saggio di cinema e il Premio “Colonna Sonora”.
Alessandra Alfonsi