Otto associazioni rappresentative del cinema italiano (ANAC, 100autori, WGI, AGPCI, AFIC, SNCCI, CNA/PMI, Centro Nazionale del Cortometraggio) hanno incontrato il Ministro Dario Franceschini per presentare una proposta unitaria di decreti attuativi della nuova legge Cinema.
L’incontro, da tempo richiesto, si è svolto al Collegio Romano il 27 aprile alle ore 16.
Introducendo l’incontro ANAC ha spiegato al Ministro la genesi del gruppo unitario, in particolare ricordando che Anac e 100autori da dicembre hanno lavorato per elaborare una proposta condivisa di decreti attuativi, a queste due associazioni di autori, affiancate da WGI, si sono aggiunti i critici, i produttori indipendenti, i rappresentanti delle piccole e medie imprese, delle industrie tecniche, dei festival e più recentemente il CNC (Centro Nazionale del Corto), insomma in poche settimane si è andata formando un’ area significativa del cinema italiano, non corporativa ma rappresentativa di coloro che hanno più a cuore le sorti del cinema indipendente. ANAC è passata successivamente a rappresentare in rapida sequenza le diverse questioni più evidenti a partire dalla riduzione dei contributi selettivi causata dall’inserimento in essi dei costi degli enti pubblici, per passare alle difficoltà che dovranno affrontare i 5 esperti per svolgere l’imponente mole di lavoro derivato dalle numerose competenze che la legge attribuisce loro.
Sono seguiti gli interventi di tutte le associazioni in linea con un assoluto spirito unitario. CNA/PMI ha rappresentato al Ministro la necessità di riequilibrare con i decreti attuativi lo spirito della legge troppo orientato a sostenere una decina di imprese ignorando le altre, in particolare le piccole e medie imprese. Il Sindacato dei critici (SNCCI) ha messo l’accento sulla necessità di valorizzare la specificità del linguaggio cinematografico anche in considerazione che le risorse provengono dal MiBact e dovrebbero sempre avere priorità culturali: meno sostegni quindi ai film e alla fiction tv di puro intrattenimento . Il Ministro ha ascoltato con interesse, a volte chiedendo spiegazioni e ha cercato di capire come uscire dall’ empasse della definizione di film difficili, definizione che proprio per la sua complessità avrebbe preferito non inserire nella legge. Ha convenuto che il criterio del numero di copie inferiore a 500 non è credibile e sicuramente sarà abbassato. L’anac ha fatto notare che per gli autori i criteri primari per la definizione di film difficile restano la qualità artistica del progetto e la non priorità del cast che nelle altre tipologie di film invece è fondamentale e quasi sempre funzionale al prime time televisivo. AGPCI ha proposto che nella definizione il riferimento al numero di copie sia 300 anziché 500 come invece è stato previsto dalla bozza di decreto. Qualche dubbio che anche 300 copie siano troppe è stato accennato sia da Anac che 100autori : per entrambe il numero potrebbe essere ulteriormente abbassato. Sui cortometraggi DGC ha chiarito che la scrittura della norma contenuta nella bozza di decreto ( uscita in 15 sale, partecipazione a festival internazionali, necessaria coproduzione e acquisto dei diritti almeno in un altro paese) è forviante e ha ammesso che potesse prestarsi a fraintendimenti. Per ovviare a tale rischio ci saranno correttivi al testo, ma le associazioni aspettano quello definitivo per esprimere un giudizio più preciso. Al di là comunque dei tecnicismi, per gli autori la produzione di corti deve essere facilitata e incrementata al massimo affinché sia la vera palestra per giovani autori e produttori, il che consentirebbe di avere esordi nel lungometraggio più maturi con relativi migliori effetti sulle Opere prime e seconde e dei cosiddetti under 35 che attualmente sono troppe e di cattiva qualità. Per quanto riguarda i tetti al Tax credit interno non essendo prevista nella bozza di decreto alcuna limitazione per gruppo, gli stessi tetti, peraltro già altissimi per ogni singola impresa, possono arrivare addirittura a 32 milioni nel caso di due società affiliate. Si è insistito che tali tetti dovrebbero essere ridotti anche perché è paradossale che due società possano avere un tax credit pari a tutto l’ammontare dei selettivi. A tal fine DGC ha assicurato che sarà inserito nel decreto il concetto di “gruppo” come era stato richiesto dalle associazioni. Su questo punto anche il consigliere del Ministro, Dott. Lorenzo Casini ha convenuto sulla necessità di intervenire. Si è parlato (100autori) dei 5 esperti che dovranno lavorare gratuitamente a fronte di una quantità’ elevatissima di competenze nei vari ambiti settoriali (scrittura, sviluppo, produzione, distribuzione esercizio e promozione) a tale proposito tra le righe c’è stata l’ammissione del Ministro di una sottovalutazione in fase di scrittura della legge soprattutto sull’aspetto della gratuità dell’incarico. L’impressione è quella che per uscirne delegheranno a dei consulenti esterni le funzioni da svolgere. Speriamo di sbagliarci.
La questione più importante affrontata è stata sicuramente quella relativa alla definizione di produttore e distributore indipendente che purtroppo rimarrà sospesa in attesa della legge che regolerà i rapporti con il sistema televisivo. E’ stato detto da tutte le associazioni che sarebbe un grave errore allungare i tempi e forse andrebbe prevista una norma transitoria. Il 30% almeno della titolarità dei diritti per la definizione di produttore indipendente e’ fondamentale da subito.
Univocamente le associazioni si sono dette contrarie a norme che concedano il credito d’imposta alla distribuzione durante il periodo natalizio. AGPCI ha ribadito che se davvero si vogliono incentivare le uscite di film italiani nelle diverse stagioni non ha senso premiare quelle del periodo natalizio, oltretutto in quelle date c’e’ la certezza di mandare al massacro i film indipendenti. I giovani produttori indipendenti hanno anche fatto notare che se il tax credit allo sviluppo rimarrà regolato, come indicato nelle bozze, senza anticipazioni ma con un calcolo tutto a consultivo, lo strumento ancora una volta avvantaggerà in prevalenza quei produttori che hanno maggiori mezzi finanziari a disposizione. WGI insiste sulla necessità di incrementare le risorse allo sviluppo . Per quanto riguarda i sostegni automatici 100autori ha affrontato la questione della quantificazione del valore dei premi ottenuti nei festival nelle categorie specificamente autoriali come “miglior regia” e “miglior sceneggiatura”. Perché i benefici dovrebbero andare integralmente all’impresa anche nel caso in cui non dovesse più produrre l’autore che glieli ha procurati? Il Dott. Casini ha proposto di prevedere un obbligo di compensazione negli accordi tra autori e produttori in relazione all’accesso di questi ultimi ai contributi automatici. L’associazione dei festival, AFIC, ha evidenziato che il reintegro dei selettivi assume ancor più rilevanza in considerazione dell’andamento negativo del cinema nazionale nelle sale, infatti senza consistenti e certe risorse alla promozione, risorse che provengono proprio dai sostegni selettivi, non potrà svolgersi quell’ azione da parte dei festival volta a creare il dovuto interesse per le opere piu’ innovative e rilevanti del nostro cinema. Anac ha rilanciato la richiesta dell’ estensione del tax credit esterno anche ai festival cinematografici.
Il DGC Nicola Borrelli ha partecipato all’incontro con spirito costruttivo e si è mostrato particolarmente ricettivo e disponibile a trovare soluzioni. Se tutto questo porterà i risultati desiderati lo si vedrà nei prossimi giorni: è apparso infatti evidente che il Ministro vuole che i decreti siano pronti (almeno i più importanti) entro il 2 maggio.
A conclusione dell’incontro le associazioni, che vigileranno su tutti i decreti in particolare su quelli relativi all’esercizio d’essai, hanno dichiarato che prima del Festival di Cannes organizzeranno una conferenza stampa nella quale esprimeranno una valutazione compiuta sui decreti varati, verificando quanto delle loro proposte sia stato recepito.
Roma, 30 aprile 2017
ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici)