Sound & Vision

“Anima”. Questo è l’enigmatico titolo del cortometraggio girato tre anni fa da Paul Thomas Anderson e lo stesso dell’omonimo terzo disco solista di Thom Yorke, che qui appare per la prima volta in veste di attore in un’opera audiovisiva. Il progressivo avvicinamento del leader dei Radiohead al mondo del cinema è avvenuto con la composizione della colonna sonora di “Suspiria” di Luca Guadagnino, ambizioso remake del capolavoro di Dario Argento, ed è proseguito con la realizzazione di altri brani per altrettanti prodotti filmici, come “Motherless Brooklin” o “Peaky Blinders”. La voce della band inglese e il celebre regista avevano già collaborato all’epoca dell’uscita di “A Moon Shaped Pool”: PTA diresse il visionario videoclip di “Daydreaming” e filmò due esibizioni live di canzoni estratte dall’ultimo lavoro dei Radiohead.
“Anima”, invece, si pone come ideale compendio visuale per l’ultimo lavoro solista di Yorke, un album elettronico ispirato dal mondo dei sogni e dall’inconscio. I brani sono stati registrati partendo da improvvisazioni dal vivo e presentano una struttura fluida e dilatata, perfetta per cercare di catturare l’atmosfera effimera della dimensione onirica. Tre delle canzoni presenti nell’album, “Not In The News”, “Traffic” e “Dawn Chorus”, fanno da colonna sonora alle immagini girate da Paul Thomas Anderson. Thom Yorke veste qui i panni di un alienato lavoratore, una sorta di Charlie Chaplin di “Tempi Moderni” catapultato nell’odierna società liquida, alle prese con le stringenti maglie della routine quotidiana. Il protagonista insegue l’unico bagliore di speranza in un mondo grigio e spersonalizzato: l’amore. Yorke cerca affannosamente di rincorrere una donna incontrata in metropolitana (interpretata dalla sua reale compagna, la ballerina Dajana Roncione), facendo slalom tra irreali spazi liminali bianco latte, distopici non luoghi e schiere di nevrotici lavoratori ipnotizzati dalla banalità della quotidianità.
I due amanti, “anima” e “animus” destinati a completarsi a vicenda, si incontrano sulle struggenti note di sintetizzatore di “Dawn Chorus”, abbracciandosi e rincorrendosi per le strade di una metropoli irreale nata dall’unione di alcuni tratti architettonici d’Oltralpe con quelli di Praga. Sul finire del film Thom Yorke si addormenta su un tram, mentre fuori echeggia il cinguettio di alcuni uccellini, creando un cerchio perfetto con l’inizio del corto in cui il cantante si sveglia bruscamente su un carrozza della metropolitana in corsa.
Il cortometraggio brilla per la curata e sapiente regia del cineasta americano, per i passi di danza ideati dallo stesso coreografo di “Suspiria”, oltre che per la fotografia realizzata da Darius Khondji che sa unire il calore della grana analogica della pellicola alla precisione delle immagini digitali. Paul Thomas Anderson è riuscito nuovamente a trasporre con gran classe a livello visuale le intuizioni musicali di Thom Yorke, regalando ai fan del musicista una vera e propria perla audiovisiva, un film enigmatico da vedere e rivedere.

Gioele Barsotti