L’angolo di Michele Anselmi

Auguri a Clint Eastwood che oggi, 31 maggio, compie 93 anni. In un film di qualche stagione fa, “I ponti di Madison County”, diceva: “I vecchi sogni erano bei sogni… Non si sono avverati, comunque li ho avuti”. Naturalmente Eastwood nella vita ha avuto più fortuna di quel memorabile personaggio, Robert Kincaid. E tuttavia mi pare che la frase, malinconica e sincera, possa applicarsi in qualche misura anche all’attore e regista che continua, ormai vegliardo, a girare bei film. Oddio, l’ultimo tale non era, secondo me: “Cry Macho” del 2021. Troppo anziano lui in quella parte di ex campione di rodeo pensata per un sessantenne in forma fisica. Ma il suo cinema della maturità, intendo da regista, è così moderno, universale, semplice e complesso insieme. Poco mi piace, lo confesso, quando parla in pubblico di politica, la patetica gag di qualche anno fa contro il presidente Obama non gli fa onore; e tuttavia il cinema che fa trascende le sue posizioni fortemente repubblicane, o addirittura “trumpiane”, perché riporta sempre l’individuo al centro del racconto, con pietà, rispetto, senso dello spettacolo e calda attenzione al “fattore umano”.
Pare che stia per girare un nuovo film, probabilmente l’ultimo della sua vita: un legal-thriller ad alto tasso morale dal titolo provvisorio “Juror #2”, sempre che alla Warner Bros, dopo la fusione con Discovery, siano d’accordo: l’insuccesso di “Cry Macho” ha lasciato il segno. L’importante, secondo me, è che lui non reciti più; stia dietro la macchina da presa, la cosa che da tempo sa far meglio.

Michele Anselmi