AVATAR | I COMMENTI SULL`ARTICOLO DI ROBERTO FAENZA
 
di Roberto Faenza
 
L’articolo che ho scritto per Repubblica pubblicato il 7 gennaio e che viene qui riprodotto come editoriale ha scatenato una serie di polemiche che non mi aspettavo. Sono stato accusato di antiamericanismo e di luddismo antitecnologico. Inoltre dal titolo di Repubblica, fuorviante rispetto al senso del discorso, sembrerebbe che mi sia collocato anche tra i detrattori di Avatar. Tutte cose perfidamente irreali, visto che il succo del mio articolo è sull’ideologia odierna di Hollywood, non l’evento per quanto importante di un singolo film. Trattasi di una nuova forma di priapismo applicata al cinema. Tra l’altro, a me Avatar è piaciuto per la sua visionarietà e se c’è un regista che da tempo studia e sperimenta le nuove tecnologie quello è certamente il sottoscritto (non per citarmi, ma è giusto ricordare che nel 1974 ho aperto il fronte delle radio libere e nel 1990 ho diretto il Progetto Strategico del CNR sulla nascita di Internet). In questi giorni non c’è giornale o rete tv che non si sia prodigato a parlare dell’uscita di Avatar, spesso con l’ingenuità tutta provinciale di chi subisce acriticamente l’offensiva mediatica hollywoodiana, questa volta al suo massimo volume di fuoco. Significativa ad esempio la prima pagina di Alias del Manifesto, che ci tiene a dichiararsi neutrale, il cui sottotitolo recita “né con gli umani nè con gli alieni”, che però ricorda un po’ troppo il nefasto aforisma di qualche decennio fa “né con lo stato né con le Br”. Sconforta, quanto a superficialità, l’impreparazione di alcuni nostri critici nazionali, estasiati di fronte alle presunte invenzioni di Avatar, che a mio avviso rappresentano invece il lato debole del film, come spiega la brillante recensione del nostro Gabriele Sabatino. Pochi ricordano ad esempio che Hitchcock aveva sperimentato il 3D, con un approccio davvero innovativo, nel suo film Il delitto perfetto già nel 1954. Di tutte le recensioni lette sinora sul film di Cameron, la più libera e indipendente viene dall’Osservatore Romano, espressione di un contropotere coi fiocchi, il Vaticano, che non si lascia certo intimidire e che pone l’accento su un gigantismo incapace di riscaldare il cuore perché incapace di emozionare. Tornando al mio intervento, mi ha sorpreso leggere due attacchi concentrici, da sinistra e da destra. Liberazione si è scagliata con foga veterocomunista contro lo scritto, sostenendo che non di Hollywood avrei dovuto parlare, ma del duopolio Medusa-Rai che assassina il nostro cinema. Dal canto suo, Libero mi accusa di non occuparmi dei film italiani, che nessuno vuol vedere perché tediosi mentre tutti adorano Hollywood perché spettacolare. Due critiche che si commentano da sé, visto che ben altra è la sostanza del mio articolo. Nella stessa giornata della sua pubblicazione, ho ricevuto un centinaio di messaggi, alcuni di plauso, altri critici. Credo sia interessante pubblicarne qui di seguito qualcuno, garantendo per correttezza l’anonimato dei mittenti. Eccoli.
 
Bellissimo e prezioso il tuo articolo di ieri. L’elemento “umano”diventerà sempre più merce sconosciuta, i bimbi di oggi sparano e uccidono nei videogiochi ma dal vivo hanno paura di
un clown, come ho visto oggi. A presto. dirigente Film Commission
 
Parzialmente d’accordo a causa di una stagnante creatività nazionale. Comunque utile provocazione! dirigente Rai
 
Letto l’articolo. Buono. Perfettamente d’accordo. Spettatori passivi, stupefatti, inermi. Giusto.
La vita non è “un videogioco”. scrittrice
 
Non del tutto d’accordo. Hollywood è mille anni avanti a noi. Siamo latitanti sul piano della scrittura, della creatività e soprattutto del coraggio. produttore cinematografico
 
D’accordo in pieno, tra l’atro scritto con notevole finezza. regista e attore
 
Ho letto, sottoscrivo dalla a alla z. attore
 
Ieri sera ho letto il tuo articolo su Avatar: un grido di dolore e una denuncia che condivido, ma
temo che sia vox clamans in deserto, perché dietro Avatar c’è un sistema, un percorso mentale,
una logica, già acquisiti. direttore Cineteca
 
Letto o meglio gustato tuo pezzo: condivido ogni punto e virgola. Ma Castellitto è impazzito?
giornalista cinematografico
 
Letto anche se il ragionamento è troppo fine per le logiche mediatiche che non conoscono le
sfumature. direttore periodico di cinema
 
Letto. Molto bene anche il tuo intervento alla tv ieri. produttore cinematografico
 
Letto, condiviso in toto e apprezzato enormemente. Anch’io molto preoccupata. Bravo! giurista
 
D’accordo in toto, ma che fare? magistrato antimafia
 
Letto e apprezzato la vis polemica. direttore Festival
 
Una riflessione giusta con i piedi in terra ma con un senso di remissione che non ti appartiene…
È vero la meta dei ragazzi che ha visto il nostro ultimo film e a cui è piaciuto alla domanda se
sarebbero andati a vederlo ha risposto no perché non ci sono effetti speciali… E comunque Il
nastro bianco, bellissimo è un saggio e non un romanzo… produttore cinematografico
 
E’ un’analisi perfetta da condividere pienamente. scenografo
 
Sono assolutamente d’accordo. Il rischio è una totale passività e annientamento del pensiero.
psicoanalista
 
Letto e lo condivido pienamente. leader politico
 
Letto. Io non sono così pessimista ma se ne può ragionare. scrittore
 
Completamente d’accordo anche se il film mi è piaciuto molto… direttore festival
 
Letto e sono d’accordo con te, con l’unica precisazione che, a mio parere, l’unico modo
per arginare il cinema Avatar è quello di alzare la qualità dell’altro cinema, troppe volte
incapace di catturare gli spettatori, e non sempre per motivi di bilancio. avvocato penalista
 
Molto interessante. assessore regionale
 
Bello e giusta la chiusura. C’è ancora spazio per il cinema di soli effetti “umani”. Speriamo. sceneggiatore
 
Sono del tutto d’accordo (ho visto Avatar e Sherlock Holmes, condivido in pieno). docente universitaria
 
Bell’articolo e purtroppo hai ragione… speriamo che le cose cambino… agente cinematografica
 
Letto. Ottimo. blogger cinematografico
 
Arcaico ma nobile. direttore di giornale
 
Il tuo articolo, pareva essere così staccato dalla realtà. Non esiste un film più "umano" di Avatar. Se con umano intendiamo i sentimenti che viviamo ogni giorno e che si apprezzano. I film italiani non emozionano piu. Rimangono sempre lì lì senza cogliere il senso, perche NON SI SBAGLIA NON SI AZZARDA NON SI INVESTE NON SI SPERIMENTA. Il cinema italiano è in una stasi orribile.
E il duopolio, sicuramente è un problema. Non considerando che da una parte e dall`altra ci sono dei veri incompetenti. blogger universitario