L’angolo di Michele Anselmi | Scritto per “il Secolo XIX”
Tranquilli, non sapremo mai il nome della zelante funzionaria di Raidue che ha tagliato quel bacio omosex, solo alcuni fotogrammi ma necessari, per rendere meno “scandalosa” la prima puntata della terza stagione di “Le regole del delitto perfetto”, già passata regolarmente su Sky senza incespichi. La faccenda è nota. Raidue, attraverso la neodirettrice Ilaria Dallatana, ha dovuto fare marcia indietro e chiedere scusa dopo le sacrosante proteste cresciute sui mass-media, non solo da parte delle comunità omosessuali, con ricaschi anche americani. Risultato: sforbiciata venerdì 8, la puntata è stata ritrasmessa integra domenica 10. Nel frattempo Dallatana aveva spiegato: «Non c’è stata nessuna censura, semplicemente un eccesso di pudore dovuto alla sensibilità individuale di chi si occupa di confezionare l’edizione per il “prime time”. Capisco l’irritazione, ma anche queste polemiche ci aiutano a prendere le giuste misure per il futuro».
Dicono sempre così. Eppure la seconda rete, che fu laica e socialista, cade sempre sull’omosessualità. Sarà un caso? Nessuno ha ricordato, per dire, che nel dicembre 2008 si consumò un identico pastrocchio per “I segreti di Brokeback Mountain”, il film di Ang Lee Leone d’oro a Venezia. Smembrato di una sequenza legata al primo rapporto tra i due cowboy gay, peraltro appena evocato, pure in seconda serata. Anche allora si parlò di innocente infortunio. Il direttore leghista Antonio Marano si difese così: «Solo di una serie di equivoci, non di cattiva volontà. La Rai sta attraversando un periodo di incertezza, anche psicologica, e disguidi di questo tipo capitano. Manderemo in onda la versione integrale». Così avvenne. E la toppa apparve peggio del buco.
Ma tutto viene macinato dal tempo. Scrive ad esempio su Facebook il critico Robert Bernocchi: «Mi sento di spezzare una lancia in favore della Rai, a cui si chiede sempre tutto e il contrario di tutto, di essere innovativa e coraggiosa, ma anche tradizionalista e “rassicurante”. Direi che non è facile la vita del funzionario Rai». Non sarà facile ma Raidue è recidiva. La controprova? Le serie poliziesche, anche quelle castigate e generaliste come “Blue Bloods” o “Senza traccia”, quando passano in replica pomeridiana, specie d’estate, sono introdotte da un cartello che avvisa in merito alla “ripulitura” di alcune scene. La Rai, che sia Berlusconi o Renzi a governare su Viale Mazzini, è fatta così. Servile e ipocrita, occhiuta e selettiva. Poi ogni tanto si pente. Solo un po’. Alla fine è intervenuto, sul tema, anche il potente direttore generale Antonio Campo Dall’Orto: «L’azienda riconosce di avere agito in un particolare ambito con un comportamento non adeguato al proprio tempo». Francamente si poteva dire meglio, senza tanti giri di parole. Accontentiamoci.
Michele Anselmi