Nella rappresentazione cinematografica il pugilato è lo sport del riscatto sociale: degli uomini e delle donne borderline che attraverso il ring e grazie all’aiuto di saggi istruttori riescono a riemergere cambiando, a volte, radicalmente la loro vita. Molte sono le pellicole che hanno mostrato così questo nobile sport, simbolo di disciplina e non di violenza diventando un liet-motiv del linguaggio cinematografico: dal celebre “Toro Scatenato” di Martin Scorsese con un ingrassato Robert De Niro che “boxa” sulle note di “Cavalleria rusticana” in cerca di un riscatto nel suo Bronx a “Million Dollar Baby” di Clint Eastwood con l’eroina Maggie che affida al ring il suo bisogno di elevazione sociale.
“Barber Ring” è un documentario che riprende questo filone cinematografico senza dimenticare i lavori del cinema italiano, soprattutto quelli realizzati verso la fine degli anni Sessanta da Cecilia Mangini e Pierpaolo Pasolini e dedicati al pugilato di periferia come “Domani vincerò” o il più recente “Ghiaccio” diretto da Fabrizio Moro e Alessio De Leornardis. In quest’opera diretta da Alessio De Cosimo ci troviamo nelle periferie di Ostia, Acilia, Dragona e Laurentino 38: Manuel Ernesti, detto “The Diamond”, protagonista della pellicola, è un lottatore “che non ha mai preso un KO in vita sua” perché come lui stesso dichiara “sono un guerriero, io vado avanti, la vita mia mi ha insegnato ad essere forte”.
Nato ad Ostia, Manuel è cresciuto prima in baracche, poi in case occupate condividendo cucina e bagno con altre due famiglie ed, infine, in case popolari che “racchiudevano tutto il marcio che c’era in giro”: “Ci è piaciuto moltissimo il protagonista, la sua forza interiore, la sua capacità di emanciparsi da una situazione di partenza molto critica”, con questa motivazione la giuria, composta da sette ragazzi dell’Istituto Penale per Minorenni “Pietro Siciliani” di Bologna, ha assegnato il Tutta un’altra Storia Award.
Il documentario si può dividere in due parti: una prima dedicata al racconto privato ed intimo del pugile, alla sua famiglia originaria, al rapporto con la mamma Elvira, con la quale tardava a recidere il cordone ombelicale, piuttosto di quello classico tra il boxer e l’istruttore, al rapporto con il fratello tossicodipendente, una seconda, invece, dedicata al progetto sociale “Barber Ring” che Manuel ha deciso di intraprendere nel suo Barber Shop per aiutare altri ragazzi di periferia in difficoltà e dare loro un’opportunità lavorativa.
A differenza di “Una piccola soddisfazione – Toro Sfigato” di Amanda Flor, mediometraggio ambientato sempre in periferia, l’istruttore di boxe non è una persona cinica ed invidiosa del successo del giovane pugile che allena e Manuel Ernesti, The Diamond, dopo aver disputato 146 incontri, 136 vittorie, tra le quali quella ottenuta a Belgrado come Miglior Pugile d’Europa, diventerà un padre e un fratello maggiore per i suoi giovani pugili in cerca di riscatto.
Alessandra Alfonsi