BASTARDI SENZA GLORIA (2009) – QUENTIN TARANTINO

Bastardi senza Gloria, o Inglorious Basterds come lo chiamano i cugini anglosassoni, Unrühmliche Mistkerle per chi mastica la lingua tedesca e infine Le Commando des bâtards per chi canta la Marsigliese; si tratta dell’ultimo film di Quentin, Mr. Quentin Tarantino, presentato al Festival di Cannes quest’anno. Ma perche’ tutti questi titoli e in cosi’ tante lingue?? Italiano, inglese, francese e tedesco, sono le lingue e le culture che, da vere protagoniste della scena, si intrecciano in questa storia ambientata durante l’occupazione nazista in Francia. Al di la’ della complessita’ linguistica che facilita, ma a volte ostacola le attivita’ di spionaggio e conflitto fra i ‘bastardi’ a caccia di nazisti e i nazisti a caccia dei bastardi e dei nemici in genere (forse una tautologia apparentemente ossimorica), la trama risulta molto semplice; come da tradizione, Tarantino dirige piu’ storie parallele, in questo caso due, che si intrecciano in un nucleo narrativo. Da un lato i ‘bastardi sono infatti un gruppo di soldati ebrei – Donny Donowitz (Ely Roth, gia’ regista di famigerati ‘ostelli’), Hugo Stiglitz  (Til Schweiger), Wilhelm Wicki (Gedeon Burkhard), Smithson Utivitch (J.B. Novac), e Omar Ulmer (Omar Doom), capitanati dal tenente Aldo Reine (Brad Pitt), con lo scopo di uccidere ogni soldato tedesco che incontrano nel loro cammino e di conservarne lo scalpo (un dettaglio che Tarantino non ci risparmia). Dall’altro, lo stesso odio per gli adepti della svastica è  nutrito da  Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent), contadina ebrea che sfugge miracolosamente al massacro della sua famiglia per ordine del colonnello nazista Hans Landa (Christofer Waltz), e inizia una nuova vita. A Parigi, Shosanna diventa la proprietaria di una sala cinematografica dove organizza una mattanza dei Nazisti in cui, oltre a lei, saranno bruciati vivi 300 Nazisti e lo stesso Fuhrer (Martin Wuttke) in una scena apocalittica in cui gangsterismo e western si fondono con la tradizione orwelliana piu’ pura: durante la proiezione di un film patriottico infatti, un primissimo piano di Shosanna incombe perturbante sugli spettatori interni (i Nazisti) che analetticamente scoprono il loro inevitabile destino; l’incendio divampa in sala mentre una pioggia di proiettili con dinamite finale (ad opera dei ‘bastardi’) si accanisce sulla folla terrorizzata. Non manca niente: il montaggio rivelatore, minimalismo di prospettiva, intreccio coinvolgente condito con una salsa tragicomica mista a una colonna sonora a tratti esuberante che guida il movimento narrativo….altro da aggiungere? Enjoy!


Mariarita Martino Grisa’