L’angolo di Michele Anselmi per “La Gazzetta del Mezzogiorno”
È andata come forse doveva andare; di sicuro come tutti si aspettavano che andasse. Il David di Donatello per il miglior film se l’è aggiudicato “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, già Leone d’argento alla Mostra di Venezia e candidato all’Oscar, poi mancato, poco più di un mese fa. In sovrappiù il regista napoletano ha vinto anche il David per la miglior regia, e davvero si sarebbe potuto evitare il bis pleonastico a vantaggio di qualche altro cineasta in cinquina.
A occhio non s’è brindato a Rai Cinema: pur vantando essa 79 candidature di peso in questa 67ª edizione, a partire da quelle piovute su “Qui rido io”. “Ariaferma”, “Freaks Out” e “Diabolik”, il massimo premio, il più ambito, alla fine è andato a un film targato Netflix, che è considerato un po’ il Grande Nemico del cinema in sala, anche se non è così. Ma è anche vero che i 1.599 giurati dei David hanno operato una sorta di riequilibrio assegnando gli altri premi.
La serata in prima serata su Raiuno è stata condotta dal consueto Carlo Conti, stavolta coadiuvato da Drusilla Foer, che tanto era piaciuta a Sanremo e ora ha fatto il bis, immagino per movimentare un po’, sul fronte dello spettacolo televisivo, l’andamento della premiazione, sempre tra istituzionale e soporifero. Purtroppo o per fortuna non ci sono stati schiaffoni sul palco, come all’Oscar, benché il molto arrabbiato esercente Gino Zagari su Facebook ne avesse auspicato uno sul viso di Dario Franceschini, ma è anche vero che sarebbe apparsa una gag studiata a tavolino, oltre che di pessimo gusto. D’altro canto è pur vero che Rai e ministero della Cultura molto hanno investito, in termini di budget, su questa edizione in diretta da Cinecittà, tornata sotto la gestione pubblica con l’arrivo da Sky, in veste di amministratore delegato, del supermanager Nicola Maccanico. Tutto si tiene, sempre, nel magico mondo di Franceschini.
La ripartizione degli allori poteva essere migliore, più varia? È sempre difficile, oltre che inutile, fare le pulci alle decisioni prese dai votanti, i quali si esprimono secondo criteri per alcuni versi indiscutibili, a volte prendendoci bene, a volte magari no (ma siamo sempre nell’ambito di pareri personali). Eccone alcuni, tra i più significativi nella gerarchia giornalistica: Laura Samani miglior regista esordiente per “Piccolo corpo”, la diciassettenne Swamy Rotolo migliore attrice protagonista per “A Chiara”, Silvio Orlando miglior attore protagonista per “Ariaferma”, Teresa Saponangelo migliore attrice non protagonista per “È stata la mano di Dio”, Eduardo Scarpetta miglior attore non protagonista per “Qui rido io”
Certo sarebbe stata una bella sorpresa se, contro le previsioni della vigilia, “Ariaferma” di Leonardo Di Costanzo si fosse imposto alla voce “miglior film” o ”migliore regia”, ma è anche vero che l’intensa storia carceraria ha raccolto comunque consensi di un certo spicco: il David per la migliore sceneggiatura originale e quello per il miglior attore protagonista.
La cronaca registra, in apertura di cerimonia, il discorsetto del ministro Franceschini, il quale ha confermato l’uso delle mascherine in sala fino al 15 giugno (non avrà fatto piacere agli esercenti da giorni sul piede di guerra). A un certo punto, dipingendo una situazione travolgente sul fronte dei possibili incassi futuri, s’è lasciato sfuggire: “Io sono molto posi… ottimista”. Deve aver pensato, giustamente, che “positivo”, con l’aria che tira, suonasse maluccio.
Drusilla Foer, prima in lungo rosso fuoco e poi con pantaloni neri, ha toscaneggiato alla sua maniera, qua e là imitando Paolo Poli, intonando così così “Parlami d’amore Mariù” e “Senza fine”, leggendo con toni solenni un brano da “Il grande dittatore” di Chaplin, gridando istericamente “Sabrina!”, alla maniera di Sophia Loren, quando è stata chiamata sul palco Sabrina Ferilli, destinataria di uno dei tre David alla carriera; gli altri due sono andati all’attrice Giovanna Ralli e al regista Antonio Capuano.
Bella la frase di Marie Curie citata da Laura Samani nel ritirare il premio: “Non bisogna aver paura, ma solo capire le cose”. Fosse facile: quasi tutti i premiati, a parte i più scafati, sono apparsi schiantati dall’emozione, con una punta di melodramma partenopeo, quindi senza discorsetti pronti, tutti ringraziando la famiglia. Di contro l’undicenne inglese Jude Hill, volato a Roma per ritirare il premio andato a “Belfast”, ha dimostrato di essere il più professionale di tutti: per piglio, fluidità, scioltezza, simpatia (ha ricordato pure l’Enzo Staiola di “Ladri di biciclette” nella sorpresa generale dell’uditorio).
Michele Anselmi
I VINCITORI DELLA 67ª EDIZIONE
MIGLIOR FILM
È stata la mano di Dio – Prodotto da Lorenzo Mieli e Paolo Sorrentino,
Regia di Paolo Sorrentino
MIGLIOR REGIA
Paolo Sorrentino per il film È stata la mano di Dio
MIGLIOR ESORDIO ALLA REGIA
Laura Samani per il film Piccolo corpo
MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE
Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella per il film Ariaferma
MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Monica Zapelli, Donatella Di Pietrantonio per il film L’arminuta
MIGLIOR PRODUTTORE
Andrea Occhipinti, Stefano Massenzi, Mattia Guerra (Lucky Red) – Gabriele Mainetti (Goon Films) – in coproduzione con GapBusters – Rai Cinema per il film Freaks Out
MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA
Swamy Rotolo per il film A Chiara
MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA
Silvio Orlando per il film Ariaferma
MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Teresa Saponangelo per il film È stata la mano di Dio
MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Eduardo Scarpetta per il film Qui rido io
MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA
EX AEQUO
Daria D’Antonio per il film È stata la mano di Dio
Michele D’Attanasio per il film Freaks Out
MIGLIORE COMPOSITORE
Nicola Piovani per il film I fratelli De Filippo
MIGLIORE CANZONE ORIGINALE
“La Profondità Degli Abissi” musica testi e interpretazione di Manuel Agnelli per il film Diabolik
MIGLIORE SCENOGRAFIA
Massimiliano Sturiale e Ilaria Fallacara per il film Freaks Out
MIGLIORI COSTUMI
Ursula Patzak per il film Qui rido io
MIGLIOR TRUCCO
Diego Prestopino, Emanuele De Luca e Davide De Luca (Prostetico o Special Make-up) per il film Freaks Out
MIGLIOR ACCONCIATURA
Marco Perna per il film Freaks Out
MIGLIORE MONTAGGIO
Massimo Quaglia e Annalisa Schillaci per il film Ennio
MIGLIOR SUONO
Presa Diretta: Gilberto Martinelli – Montaggio del suono: Fabio Venturi – Creazione Suoni: Francesco Vallocchia – Mix: Gianni Pallotto per il film Ennio
MIGLIORI EFFETTI VISIVI – VFX
Stefano Leoni per il film Freaks Out
MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE
Belfast di Kenneth Branagh
PREMIO CECILIA MANGINI AL MIGLIOR DOCUMENTARIO
Ennio di Giuseppe Tornatore
DAVID GIOVANI
È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Maestrale di Nico Bonomolo
DAVID DELLO SPETTATORE
Me contro Te il Film – Il Mistero della Scuola Incantata
DAVID ALLA CARRIERA
Giovanna Ralli
DAVID SPECIALE
Sabrina Ferilli
Antonio Capuano