BookCiak è la prima piattaforma web italiana ideata per favorire l’incontro tra chi detiene i diritti dei libri e chi desidera comprarli per farne un film o una fiction. È dedicato a tutti coloro che producono libri in grado di suggerire trame e idee per film, fiction e serie televisive, corti e documentari; e allo stesso tempo a chi – produttori, registi, documentaristi e filmaker – quelle trame e quelle idee le cerca. A pochi giorni di distanza dal lancio sul nostro portale del concorso “BookCiak, azione!” (adesioni entro il prossimo 30 giugno, v. regolamento e modalità di partecipazione su www.bookciak.it), Cinemonitor ha incontrato la responsabile di BookCiak, Gabriella Gallozzi, giornalista e critica cinematografica de “l ’Unità”, per approfondire con lei alcuni aspetti della piattaforma che ha ideato a partire dall’Associazione culturale Calipso, della quale fa parte anche Maria Serena Palieri, giornalista e critica letteraria de “l’Unità”. Via dunque alla riflessione sul ponte sempre più fecondo tra mondo del cinema e dell’editoria. Intervista a cura di Gianluca Parisi.

Gabriella, come nasce BookCiak?

BookCiak, realizzato dall’Associazione culturale Calipso, nasce come progetto speciale del Ministero dei Beni e delle attività culturali (MiBAC) – Direzione Generale per il Cinema, d’intesa con ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), APT (Associazione Produttori Televisivi), ANAC (Associazione Nazionale autori cinematografici) e Premio Solinas. Il nostro intento è contribuire in maniera concreta al rilancio dell’industria editoriale e di quella dell’audiovisivo, favorendo tra esse un circolo virtuoso di sinergie.

Perché nasce?

Essendo appena rientrata da Cannes, potrei partire da un dato assolutamente lampante. Dei 22 film in concorso, 8 erano adattamenti di libri. Cannes è un grande festival internazionale, accoglie cinema proveniente da tutto il mondo, per cui si tratta di una tendenza generalizzata della cinematografia internazionale. Anche nel nostro paese il fenomeno è in costante crescita. Secondo un recente censimento dell’ANICA, soltanto negli ultimi 5 anni sono stati quasi 200 i titoli prodotti (o coprodotti) in Italia tratti da romanzi, racconti, testi teatrali ed opere letterarie. La nostra piattaforma nasce dunque dalla constatazione che il rapporto tra cinema e letteratura è sempre più inscindibile, mentre il rapporto tra mondo dell’editoria e dell’audiovisivo non si è ancora strutturato in modo organico. Lo scambio tra questi due mondi riposa prevalentemente sui rapporti personali dell’editore con questo o quel produttore, soprattutto nel caso dei grandi, come la Cattleya di Ricardo Tozzi con Feltrinelli o la Medusa con Mondadori. Ma c’è ancora tutto un mondo sommerso di piccole e piccolissime case editrici che non hanno la capacità di mettersi in mostra.

Dunque Bookciak nasce soprattutto per dare un soccorso ai più piccoli…

Sì, i piccoli editori sono fortemente penalizzati, quindi nasce soprattutto per favorire la loro visibilità, per lo più oscurata dalle grandi concentrazioni del mondo editoriale e dal loro rapporto privilegiato con il mondo della produzione cinematografica. Il nostro scopo è creare con questa piattaforma una vetrina permanente e democratica di scambio tra editoria e cinema, un luogo accessibile a tutti.

Il francese BestsellertoBoxoffice (www.Bs2bo.com) di Nathalie e Laure Kniazeff ha rappresentato un modello per la vostra piattaforma?

No, in verità ci avevamo pensato già prima di loro. Abbiamo scoperto in un secondo momento l’esistenza del loro sito. In verità l’embrione di BookCiak nasce ispirandosi ad uno spazio della Berlinale di incontro tra editori e produttori, che abbiamo pensato di riproporre al Festival Internazionale del Cinema di Roma. Roberto Ciccutto – allora nei panni di responsabile di Business Street – ha appoggiato la nostra idea ed è nato Industry Books, una giornata che, per la prima volta in Italia, ha permesso l’incontro ufficiale tra editoria e produzione cinematografica. Industry Books ha già avuto due edizioni, registrando un buon risultato. Purtroppo, però, l’edizione di quest’anno è stata sospesa a causa delle difficoltà del Festival di Roma, sopraggiunte col cambio dei vertici. La piattaforma Bookciak è quindi nata come prolungamento di questa esperienza, con l’intento di rendere stabile e non occasionale l’incontro tra editori e produttori.

Hai avuto contatti con le creatrici della piattaforma francese?

Ho avuto modo di incontrarle a Cannes, dove per il secondo anno consecutivo sono state presenti al mercato internazionale con un loro stand. Segno quindi che la loro avventura sta funzionando. Mi hanno spiegato che il segno evidente della crisi della nostra industria cinematografica è che i produttori italiani, così come gli spagnoli, generalmente non comprano i diritti dei libri, ma attendono che lo facciano gli stranieri per poter entrare in partnership con loro ed ammortizzarne il costo. Come per il caso di BookCiak, la vera differenza con la Francia non è nelle idee, ma nel fatto che loro possono vantare un mercato cinematografico vero ed attivo: in Francia sono centinaia e centinaia i produttori, in Italia non più di una trentina sono quelli realmente in grado di produrre! Basti pensare, poi, che per loro produttore è chi in un anno realizza un lungometraggio, un cortometraggio, un documentario ed una fiction televisiva. Se da noi un singolo produttore riesce a fare tutto questo nell’arco di cinque anni, si grida già al miracolo.

Qual è oggi secondo te il rapporto tra cinema ed editoria in Italia?

Si scrive in partenza per il cinema, pensando non al libro in quanto tale, ma già al film che ne dovrà essere tratto, o, viceversa, si scrive il soggetto di un film, ma se non si riesce a portarlo sullo schermo si trasforma in romanzo: è il caso di Famiglie della regista Francesca Comencini, edito da Fandango, o di uno dei libri del nostro concorso, Vecchi nodi dello sceneggiatore Matteo Martone, edito da Fazi, anch’esso nato come soggetto per il cinema. Anche i produttori tendono ad ostacolare un rapporto equilibrato con il mondo dell’editoria, tendono a volere la novità a tutti i costi, fino al paradosso di un libro che diventa film prima di essere editato, come per il caso Moccia con la Cattleya, creando così un circolo che da virtuoso può diventare vizioso. Questo finisce per inquinare il rapporto tra scrittura letteraria e scrittura per lo schermo, degenerando, in certi casi, ad un appiattimento sulle mode del mercato rivolto ai gusti standardizzati del pubblico . Tutto ciò, del resto, si riflette bene nel nostro cinema, ormai “ostaggio” della commedia a tutti i costi. Una dimensione propriamente autoriale, una ricerca stilisticamente personale è in genere confinata in una riserva indiana e raramente raggiunge la ribalta.

Chi seleziona le opere in arrivo a BookCiak?

Siamo un gruppo di persone che si occupa a vario titolo di cinema, giornalisti, sceneggiatori, studenti o ricercatori del settore. Va da sé che gli editori fanno già molto filtro autonomamente, proprio per la tendenza generalizzata di cui si diceva a scrivere già per future trasposizioni sullo schermo.

Come si inserisce in questo quadro il concorso “BookCiak, azione!”?

L’idea del concorso “BookCiak, azione!”, che avrà la prestigiosa vetrina dei Venice Days 2012, nasce per spingere sulla vitale triangolazione tra editori, produttori e videomaker offerta dal nostro sito. Oltre allo spazio editori e produttori nel portale c’è anche una sezione dedicata ai filmmaker dove possono inserire i loro video ispirati ai romanzi contenuti in Bookciak. Una possibilità ulteriore, dunque, per le giovani generazioni di registi o aspiranti tali, di poter incontrare un produttore. Il concorso video parte da qui. L’obiettivo è realizzare un “bookciak movie”, non il tradizionale “booktrailer”, cioè lo spot del romanzo, che sbilancerebbe l’operazione verso uno solo degli attori della piattaforma, ma un racconto emotivo del libro, aperto ad ogni possibile contaminazione, non solo dei linguaggi ma anche della rete. L’idea ancora più lungimirante, infatti, è quella di dar vita ad un format video del tutto nuovo che potrebbe diventare in futuro la “quarta di copertina” degli E-Book. I vincitori del concorso avranno un’opportunità unica, essere proiettati ai Venice Days 2012, le giornate degli autori del prossimo Festival di Venezia, perché sono a nostro avviso il luogo attualmente più aperto alle forme della sperimentazione. La giuria è composta dai registi Ettore Scola, Citto Maselli, Ugo Gregoretti. Dalla editrice di Voland Daniela Di Sora e dal produttore Gianluca Arcopinto.