Ecco un film che mostra un altro aspetto dell’Albania e della sua storia: Bota Cafè. Ricordate La nave dolce di Daniele Vicari con le immagini della Vlora traboccante di un’umanità imbarbarita, svilita, ma sempre in cerca di nuove speranze? Qui sono solo un ricordo. Perché Bota Cafè, nelle sale dal 25 giugno, distribuito da Cinecittá Luce, è un film sulle identità del territorio albanese, sulla sua storia e sulle sue origini: sul Bota appunto, che in albanese significa appunto mondo.

Al centro della storia l’emblema di un microcosmo albanese, in bilico tra legalità ed illegalità: un caffè dove si intrecciano ed intessano legami sociali, dove Juli, Ben e Nora, i protagonisti della pellicola, tentano di sopravvivere. I colori forti e reali sembrano far traghettare Bota Caffè verso il docu-fiction. Sono certo immagini diverse dai recenti racconti cinematografici perché mostrano l’entroterra albanese di chi in Albania è rimasto e attende la costruzione di un’autostrada come evento di una nuova speranza e di una nuova vita.

Alessandra Alfonsi