“No, oxi sta per ossidazione. L’ossidazione distrugge la birra e Adam distrugge ogni cosa!”. Così si apre la serie “Brews Brothers”, produzione Netflix che vede protagonisti due mondi paralleli: i fratelli Adam e Wilhelm, accomunati dall’amore per la birra. Entrambi, infatti, sono mastri birrai che, percorrendo strade diverse, hanno appreso i segreti sulla produzione dell’“oro giallo”. Adam è molto razionale, egocentrico, pieno di sé e maniacalmente preciso. Wilhelm, per gli amici Will, ha un temperamento più pacato, ingenuo e attento a non urtare la sensibilità altrui.
Wilhelm ha aperto il birrificio Rodman’s, nella zona di San Fernando Valley in California, tutto sommato, però, senza avere quasi nessun cliente. Gli unici frequentatori sono i due “soci” che consumano gratuitamente, sulla base di un vecchio patto fatto al momento dell’apertura. Nella prima puntata compare Adam, con cui Will aveva interrotto i rapporti da molti anni, ma il suo ritorno non è affatto casuale. Da questo incontro si susseguiranno una serie di inconvenienti, liti, eventi assolutamente folli che metteranno alla prova il rapporto tra i due.
Chiunque abbia un fratello o una sorella sa che il legame non è sempre lineare, anzi, molto spesso ci si trova ad affrontare curve pericolose. La vita e il rapporto di Will e Adam sono investiti da personaggi estroversi come Sarah, barista ed ex pugile; Chuy, aiutante tutto fare; i frati di San Vincent di Monaco e Becky con il compagno Elvis. Fin qui tutto bene. Il problema sorge quando quelli che dovrebbero essere i protagonisti della serie diventano una cornice. Lo spettatore assiste ad un susseguirsi di storie e situazioni fuori contesto, inserite casualmente in un mixer per circa trenta minuti, ovvero per la durata di ciascun episodio. La descrizione, inoltre, fa un uso costante di turpiloqui, riferimenti al sesso, a sostanze stupefacenti e a bisogni fisiologici. Tutto ciò è evidente dall’inizio, partendo dai nomi delle birre e dai clienti che scambiano la birreria per un sexy shop. Oltre ad essere del tutto superflui, questi elementi sono troppo marcati e rendono la narrazione spezzata e poco accattivante.
Numerose questioni rimangono senza conclusione. Il tema centrale, dichiarato dal titolo della serie, si perde di vista puntata dopo puntata. Non viene valorizzato il ruolo della birra, né il legame tra i fratelli. La narrazione è piuttosto statica, né ci si aspetta un’evoluzione nei personaggi tranne che per Adam. Lui è l’unico che non rimarrà del tutto uguale a sé stesso perché, pur mantenendo vivi i tratti del suo carattere, riuscirà a smussarne alcuni angoli. L’elemento costante sarà, invece, il ruolo della giovane, anzi, fin troppo giovane, dipendente del Rodman’s, Sarah. Spalla destra di Will e poi mediatrice tra i due fratelli, Sarah costituirà l’elemento chiave per dare, forse, una svolta decisiva al futuro aziendale dei mastri birrai Wilhelm e Adam Rodman.
Cristina Quattrociocchi