VENEZIA – Un affondo pesantissimo contro il mondo del cinema, quello pronunciato dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Un attacco che chiama in causa direttamente i registi, i produttori, gli attori presenti qui al Lido: "Esiste – dice da Gubbio l`esponente di governo – un culturame parassitario che spunta sentenze contro il proprio Paese: ed è quello che si vede in questi giorni alla Mostra di Venezia". Esponenti, prosegue, "di un`Italia leggeremente schifosa". Da qui l`invito, rivolto al collega Sandro Bondi, a "chiudere i rubinetti del Fus". Vale a dire il Fondo unico per lo spettacolo, a sostegno del quale, negli ultimi tempi, sono scesi in campo tanti volti noti dello showbiz nostrano. 


Parole-shock, da parte di un ministro certo non nuovo a prese di posizione forti. E che trovano grande eco qui, in una Mostra che sta per chiudere i battenti, e caratterizzata da una presenza massiccia di pellicole made in Italy. Commenti, quelli degli addetti ai lavori, pronunciati quasi sempre off records, perché "a uno come Brunetta nemmeno si risponde".

Con qualche eccezione, però. Come Giuliano Montaldo (nella foto), che in Laguna ha portato il suo film L`oro di Cuba, che proprio non ce la fa a non rispondere alla provocazione. Citando, nel rispedire le accuse al mittente, un`icona berlusconiana: "Ma di che stiamo parlando? – dichiara infatti – non è passata proprio ieri di qui una `nuova attrice` che si chiama Noemi? Il problema è che non sanno proprio che cosa significhi la parola cultura".

Altrettanto agguerrito il commento di un altro regista veterano, Citto Maselli, alla Mostra con Le ombre rosse. Che sottolinea la parola "culturame" usata dal ministro: "Non a caso è la stessa utilizzata da Mario Scelba negli anni delle peggiori repressioni della storia d`Italia. Sono cose che fanno venire in mente i tempi più bui". Per non parlare del "tono arrogante e semplicistico" con cui Brunetta ha illustrato le sue opinioni.

Ma, restando qui a Venezia, c`è un`altra voce che si contrappone a quelle dell`esponente del governo. Ed è il governatore del Veneto nonché suo compagno di partito, Giancarlo Galan. Il quale, attraverso il suo portavoce, fa sapere che è sbagliato "fare di ogni erba un fascio". Ad esempio, prosegue, realtà come "l`Arena di Verona e al Teatro La Fenice di Venezia, e anche alla Biennale". Cioè l`ente che la Mostra del cinema la organizza: "Tutte istituzioni, a partire proprio dalla Biennale, che rappresentano un prestigio assoluto dell`Italia negli scenari internazionali".

Più scontate le prese di posizione anti-Brunetta che arrivano da Roma, dalle fila dell`opposizione. Giovanna Melandri, per il Pd, insiste sul fatto che il ministro "vede parassiti ovunque, ha capito che questo slogan funziona e liscia il pelo a un sentimento fin troppo facile. Ma così facendo non vede l`operosità, il talento e la ricchezza culturale del nostro Paese". Mentre Giuseppe Giulietti, a nome dell`associazione Articolo 21, sottolinea come ai tagli al Fus ci abbia già pensato il ministro competente, Bondi: "Condurremo una battaglia durissima", annuncia.

di Claudia Morgoglione


(La Repubblica, 11 settembre 2009)

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Placido: "Denuncerò il ministro Brunetta per calunnia"
 
Michele Placido ha deciso di querelare il ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta, che ieri da Gubbio aveva detto che al Lido c`è "un pezzo d`Italia molto rappresentata, molto `placida` e quest`Italia è leggermente schifosa". "Sono indignato, anzi indignati siamo io e i miei familiari perché ha usato il mio nome", dice all`Ansa il regista de Il grande sogno, in concorso a Venezia.

Al ministro Brunetta, Placido con una lettera aperta dice: "ha sbagliato persona per questo io la denuncio alla giustizia italiana. Questo signore che lei chiama Placido, leggermente schifoso, lavora per il comune di Roma Teatro Tor Bellamonaca gratis da cinque anni, teatro di periferia signor Brunetta e sempre gratis con le risorse di pochi ha creato un teatro in Calabria per bambini in un posto di sangue e di `ndrangheta“.
 
Placido prosegue: "Per quanto riguarda il regista di cinema, i miei ultimi tre film, a proposito di sovvenzioni non ne hanno avute e hanno incassato 14 milioni di euro più le vendite all`estero. Non voglio dilungarmi sulla mia lunga carriera come attore con premi internazionali e lavori con Monicelli, Rosi, Tornatore, Albertazzi, Strehler, Ronconi: fannulloni anche loro? Molti film da me interpretati sono stati candidati all`Oscar, la serie La piovra premiata e venduta nel mondo ha fatto incassare alla Rai miliardi di lire sul mercato estero. Non chiedo una percentuale, ma rispetto.
Ho lavorato anche con Mediaset nel rispetto dell`azienda così come ho sempre lavorato lealmente con i funzionari dello spettacolo anche di questo governo. In Francia sarei un pezzo della cultura francese, qui invece sono un pezzo come ha detto lei leggermente schifoso. La denuncio per questo, ma forse vengo ingiuriato da lei, perché ho dichiarato che non ho mai votato per il presidente Berlusconi?".
 
"Ho sempre cercato di servire lo Stato pensando che cinema e teatro hanno una funzione civile importante, forse è questa una colpa? Ho fatto anche l`elogio degli uomini di destra quando era il caso, vedere la storia di Ambrosoli nel film Un eroe borghese. Insomma anche io credo che in Italia bisogna lavorare e fare la propria parte con onestà, come lei. Ma lei la denuncio – prosegue Placido nella lettera aperta – perché offende il mio nome, la mia dignità e non distingue come non ha distinto 40 anni di lavoro, per questo ci vedremo in tribunale".
 
La lettera, per la quale Placido questa mattina si è consultato con il proprio legale, si conclude con un post scriptum. "Il mio prossimo film è prodotto dalla Fox e l`anno prossimo mi trasferisco con la famiglia in Francia per un contratto come regista già firmato con la Pathé Cine, una delle maggiori società in Europa. Le voglio ricordare il titolo del film Miserere! e non è una battuta". 
[di ssr]
 
Fonte: Cinecittà News