Ce n`è (davvero) per tutti ?
in sala dal 20 novembre
Uno dei redattori di questo portale è un fan sfegatato di una delle attrici del prossimo film di Luciano Melchionna. Si sono fatte carte false (bugiardi!) dunque pur di accedere all`anteprima di "Ce n`è per tutti", film prodotto da Anna e Sauro Falchi (la prima la conoscete, il secondo è il fratello).
Il film è un tenero estro creativo, fatto bene e divertente. "Dramedy" l`ha nominato Anna Falchi (dicendo che in America hanno coniato questo nuovissimo termine, noi lo sentiamo dal 1986[1]…) io invece all`italiana lo chiamo "tragedia comica". Tragedia perché racconta di tutta una serie di eventi, tra i quali quello al centro della storia ovvero di Gianluca che vuole suicidarsi buttandosi dal Colosseo, che sono al limite della tragedia popolare, se vogliamo, umana, se preferiamo. Tragedie, piccole o grandi, nel film non interessa la dimensione, importa piuttosto che nessuno sembra ascoltare più le tragedie, i racconti, le storie, le parole. Tutti affannati a guardare (attenzione l`uso visivo del termine) le storie per poi avere qualcosa da raccontare all`arrivo a casa dove, ironia della sorte, la televisione accesa oggi non fa altro che raccontare storie di tragedie per fare ascolti. Ma non le racconta perché interessata alla storia in sé, ma interessata ai numeri, al business, al goal.

Melchionna ci dice che ha voluto fare questo film, affrontare questa tematica per aiutare i giovani ad avere più senso critico del presente, a guardare i fatti con i loro occhi e a non spaventarsi di gridare cosa è che non va.
Una delle frasi che mi ha colpito maggiormente in conferenza stampa è stata: "Al cinema si cerca troppo spesso la verità. Quando magari un film può riprodurre quelle cose che nella vita è difficile rappresentare". L`ha detta Ambra Angiolini, una delle attrici più esilaranti del film, che veste i panni di un personaggio delirante al limite dell`assurdo (o forse no, ripensandoci bene e guardandomi attorno per strada) che è molto lontano dal suo "reale essere". Questo suo spogliarello iniziale, non se ne fa che parlare, è un pretesto per avvalorare la tesi di una società dove l`immagine è prioritaria rispetto alle parole. Fa da contraltare al personaggio di Eva-Ambra, un altro personaggio limite interpretato da Micaela Ramazzotti (in conferenza stampa col bellissimo pancione) che lei stessa descrive che è un personaggio così oltre le righe, così insicuro di sé stessa e degli altri che "gli occhiali che indossa li ha comprati all`autogrill perché non si fida nemmeno dell`oculista".

Gianluca, interpretato da Lorenzo Balducci, parla con la nonna Stefania Sandrelli, sul Colosseo e ci dice che ha disperatamente cercato di trovare un pò di spazio in questa società. Ma questa società si distrugge da sola, non dà spazio, non ascolta…e l`unico modo per attirare l`attenzione è salire sul Colosseo ed "essere al limite".
Il co-sceneggiatore Luca De Bei consiglia di vedere il film "dall`alto" proprio come il protagonista, affinché i personaggi perdano i contorni, le differenze. Tutti possiamo essere loro!
In realtà il messaggio finale pare essere che non ci ascolta più nessuno, che questa società è morta e che i vivi siano le persone morte. Bisognerebbe fermarsi a riflettere e capire che se oggi per dire di noi abbiamo bisogno di salire sopra il Colosseo allora forse c`è qualcosa nel nostro "sociale" che sta male, che bisogna essere curato.
Il regista non dà risposte, le sollecita. Fa ridere, piangere, riflettere, fa pensare, fa essere nostalgici e aggressivi. Per chi ha bisogno di tutto ciò, vada al cinema a vedere questo film. Ce n`è davvero per tutti.
recensione a cura di | Sabatino
N.B. per gli amanti delle curiosità, il Colosseo è stato ripreso in tre modalità differenti. Dal vivo, ricostruito in parte a Cinecittà e ricostruito in digitale per alcune scene. In ogni caso il risultato è ottimo.
P.S. (della serie "evviva la sincerità"). Anna Falchi ha tenuto a precisare che il vero produttore è il fratello Sauro e che lei in realtà è più la PR della produzione essendo il collante tra il produttore e il mondo esterno in quanto (parole sue) "nessuno dice di no alla Falchi".
[1] Altman, R. (1986). A Semantic/Syntactic Approach to Film Genre. in B. K. Grant (Ed.) Film Genre Reader, Austin, TX: University of Texas Press