“Chloe – Le maschere della verità”, da metà giugno su Prime video, è una miniserie britannica dalle tinte decisamente fosche, con protagonista la giovane e bravissima Erin Doherty (la principessa Anna nell’acclamata serie Netflix “The Crown”) nei panni di Becky Green, una camaleontica ragazza tormentata dal passato proprio e di Chloe, un’amica di vecchia data.
Chloe apparentemente è più bella, ricca e felice di lei. Almeno i suoi social dicono questo. Becky la osserva dal suo telefono, va in ufficio dove svolge un lavoro da segretaria, torna a casa e riprende le sue attività di stalking perché è davvero molto invidiosa di quella vita. La madre di Becky ha l’Alzheimer, deve essere accudita tutti i giorni, eppure giudica e prende in giro la figlia per la sua vita da solitaria. Quando Becky scopre che Chloe si è suicidata, inizia una spasmodica ricerca della verità che la spingerà a creare Sasha, alter ego che le spalancherà letteralmente le porte al mondo di Chloe, di suo marito e dei suoi amici molto “posh”.
La serie è costruita sapientemente sul centellinare e dispensare al giusto momento le informazioni: ogni inquadratura è studiatissima per mostrarci i dettagli sul volto di Becky/Sasha e le sue mille evoluzioni. L’ambiente della buona società è ritratto sagacemente attraverso una regia e una fotografia che ammaliano, ma al tempo stesso sanno essere gelidamente spietate. Man mano verremo a scoprire quali sono stati i rapporti tra Chloe e Becky e come si formeranno i nuovi legami con l’entourage della donna scomparsa. E, soprattutto, sarà vero che Chloe si è suicidata o c’è addirittura di mezzo un assassino? C’è qualcosa che arde dentro Becky e non sappiamo mai cosa sia esattamente. Che sia lei stessa l’assassina? La sua, in fondo, è un’anima divisa e psichicamente instabile. La vediamo commettere gesti deplorevoli che rendono questa anti-eroina decisamente disturbante, ma al tempo stesso subentrerà in noi compassione e immedesimazione perché Becky, inserita in quell’ambiente, tra tutti quanti, risulterà il personaggio più amabile e, proprio perché soffre e porta con sé dei traumi, da antieroina si trasformerà in un’eroina autentica e molto ben sfaccettata.
Ci troviamo dunque in un mondo tipico da film noir, raccontato in 6 episodi che ti incollano allo schermo, dove tutti hanno colpe, qualcosa di orribile da compiere nei confronti del prossimo o da nascondere sotto la superficie ridente della cittadina (fittizia) da litorale sud-occidentale britannico. “Chloe – Le maschere della verità” è la giusta serie da vedere in un’estate rovente come questa, perché è un giallo lento e freddo, dall’impostazione tipicamente nordica. Il cast, composto di attori perlopiù sconosciuti, è la scelta perfetta per un simile plot, dove non c’è spazio per divismi e discorsi metatestuali. Ognuno è il volto perfetto al posto giusto. Attenzione al finale dolceamaro (più amaro che dolce in realtà), non esattamente adatto a chi credeva di evadere per qualche ora dalla realtà.
Furio Spinosi