L’uomo al centro fra due donne, la fidanzata/moglie e l’altra, l’amante bionda dal sorriso angelico eppure sfuggente: il classico triangolo nel quale il legame all’interno della coppia riconosciuta, rappresentato dalla mani intrecciate, è perennemente in bilico fra la rottura e la riappacificazione. Ma dove siamo? I tre stanno quasi in posa davanti all’obiettivo come se fossero costretti a recitare l’eterno dramma dell’amore: attorno a loro infatti, sfondo totalizzante, l’atmosfera malinconica di un perenne desolato crepuscolo autunnale, dove la sola occasione di vita autentica è la battaglia romantica per l’affermazione dei propri sentimenti e in tutte le lotte c’è chi vince e chi perde. La locandina, se la si guarda bene, allude infatti soprattutto all’esito della vicenda raccontata dal film: una prigionia senza via d’uscita, un cappio che si stringe attorno al collo del protagonista. 

di Augusto Leone