L’angolo di Michele Anselmi
Fantascienza ravvicinata e ammonitoria, con un versante romantico che non stona, anche nel finale, diciamo, aperto. Sabato 18 marzo, ore 21, al romano cinema Aquila, gestito dalla cooperativa Cinema Mundi, verrà presentato in anteprima, rispetto all’uscita ufficiale di giovedì 23 in collaborazione con la società di Pier Francesco Ajello, “2028: la ragazza trovata nella spazzatura”. Trattasi di un curioso film polacco di Michal Krzywicki, da lui stesso interpretato e scritto insieme a Dagmara Brodziak, entrambi classe 1989. Saranno presenti i due attori più la produttrice polacca Natalia Bednarska; leggo che seguirà nel foyer un concerto acustico tra folk e jazz di Marta Pytel e Iga.
Il film risale al 2021, prima che cominciasse la guerra in Ucraina ma con il presidente sovranista Andrzej Sebastian Duda già al potere a Varsavia per la seconda volta, dopo la rielezione del 2020. L’uomo è reazionario, omofobo, “tradizionalista” sul piano della famiglia, molto religioso in senso cattolico e latore di una discussa, uso un eufemismo, riforma della giustizia. Magari nasce anche da lì, da un certo clima “law and order” nell’aria, l’idea di questo film che ho visto volentieri, nonostante il titolo non proprio invitante.
Si ipotizza che dal 2026 le autorità polacche abbiano “risolto” il problema delle carceri trasformando i condannati per reati gravi in automi. Rasati, vestiti con una specie di camice arancione, dotati di un collare con quattro aghi che rilascia Vaxina, un “farmaco” che intorpidisce e annulla ogni ricordo, i detenuti in libertà apparente svolgono lavori e servizi più o meno sociali.
Nell’incipit una giovane donna viene affittata da un coetaneo danaroso che le toglie il collare, le sistema una parrucca bionda in testa, le fa indossare un vestito di lustrini per poi portarsela a letto. Invece lui si butta dalla finestra, sicché la poveretta stordita scappa e si nasconde nella spazzatura. Dove la trova alla vigilia di Capodanno – fa caldo come se fosse luglio, immagino a causa dei cambiamenti climatici – un ex attivista, tal Szymon Hertz, che in segno di protesta contro quella società concentrazionaria e schiavista ha deciso di uccidersi su un canale streaming allo scoccare del 2029.
Insomma, avete capito. La pericolosa fuggitiva, con tanto di microchip sotto la pelle, non sembra così pericolosa, anzi risulta totalmente indifesa e innocua, come una bambina da plasmare. E infatti, temendo l’arrivo delle squadre speciali, Szymon intraprende con lei, ribattezzata Blu, un viaggio avventuroso alla volta di Trelleborg, nella più civile e tollerante Svezia. E il suicidio in diretta? Forse ha cambiato idea…
Il film, girato in economia ma non misero nella messa in scena, è naturalmente un apologo contro la disumanità da prendere in quanto tale, ma incuriosisce il côté sentimentale, peraltro ricorrente in queste storie di fuggitivi: l’uomo è intenerito da quella donna senza memoria, fragile e spaesata, a suo modo sensuale, e certo qualcosa succederà tra i due, mentre i media internazionali incalzano preparando il suicidio in diretta.
Il regista e attore Krzywicki, molto popolare in patria, orchestra un lento ritorno alla vita che, in misura diversa, riguarda entrambi: il militante ormai diventato una celebrità e l’automa che non provava più nulla. Sembra trasparente lo sguardo polemico nei confronti di una Polonia insensibile e feroce, retta da un governo occhiuto, incapace di reagire a una sorta di “democratura”. Anche se, strada facendo…
Michele Anselmi