Ursula Andress, la regina di tutte le bond girls.
L’abito bianco plissettato di Marilyn Monroe che si gonfia con l’aria calda nel film “Quando la moglie è in vacanza”, il tubino nero disegnato da Givenchy che indossa Audrey Hepburn nel film “Colazione da Tiffany”, le giacche firmate Armani di Richard Gere in “American Gigolò”, il tailleur squadrato di Ingrid Bergman in “Casablanca”. Questi appena citati sono alcuni dei film che hanno lasciato un segno non solo nell’immaginario cinematografico degli anni Cinquanta e Sessanta ma che grazie agli abiti indossati dalle star hollywoodiane hanno lanciato dei veri e propri fenomeni di moda. Per tutta l`estate un appuntamento assolutamente da non perdere è la rubrica Cinema & Moda: ogni mercoledì sarà scelta per voi una delle scene dei film che non possono mancare nella lista dei must see. Questa settimana il film che consiglio a tutti di vedere è il capitolo d’esordio della spy serie più lunga della storia del cinema: con “Agente 007 – Licenza di uccidere” di Terence Young, girato ai Caraibi, nel 1962 l`Italia scopriva James Bond; il romanzo da cui il film era tratto, “Il dottor No” di Ian Fleming (1958), da noi sarebbe uscito solo nel 1965. Già dal primo episodio è facile riconoscere la formula che garantì la lunga durata alla saga: la trama avvincente, il ritmo serrato, adrenalina e una vena di romanticismo. Nel primo episodio l’agente segreto è inviato in Giamaica a combattere un malvagio scienziato. Rivedendo il primo 007 e confrontandolo con l’ultimo “Quantum of Solace”, apprezzerete di più il fascino di questo capitolo ormai mitologico. L’agente segreto in fuga con la sua Aston Martin in smoking nero, interpretato da Sean Connery, è leggenda. Ma la scena che a me piace ricordare è quella in cui Ursula Andress esce dall’acqua con un bikini mozzafiato che è diventato uno status symbol imitato da tutte le donne di ieri e di oggi, i capelli bagnati e un coltello legato alla cintura, recentemente riproposta sugli schermi televisivi in uno spot di 30’’ con una bond girl che non regge il confronto con l’originale!