Dal 2013 la Cineteca di Bologna si è fatta promotrice del progetto Il Cinema Ritrovato. Iniziativa con cui si riportano in sala grandi capolavori del passato restaurati con tecnica digitale. Oggi, 16 marzo, sarà la volta di Metropolis, pietra miliare della cinematografia tedesca e più in generale della storia del cinema, opera del regista visionario Fritz Lang, proiettata per la prima volta nel 1927 all’UFA-Palast di Berlino, la copia originale, poi perduta, era composta da oltre 4 mila metri di pellicola.
Nel 2008 il Museo del Cine di Buenos Aires trovò una copia in 16mm del film quasi completa. I 3.945,5 metri di pellicola, restaurati nel 2010 da Friedrich-Wilhelm- Murnau-Stiftung e Deutsche Kinemathek, con la colonna sonora originale ricostruita di Gottfried Huppertz, eseguita da Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino e diretta da Frank Strobel, costituiscono oggi i 145 minuti di film, che lunedì 16 marzo vedremo nelle sale italiane.
Il lungometraggio di Fritz Lang può essere considerato una vera e propria bibbia della fantascienza che segna una tappa importante della storia del cinema, non tanto per la sceneggiatura, scritta da Thea von Harbou, moglie del regista, quanto per gli scenari futuribili ricostruiti nella scenografia. Quella di Metropolis, ambientato nel 2026 in una metropoli dominata dal dittatore Frederson, è una società classista, l’elite composta da ricchi e intellettuali abita la superficie, mentre la massa che rappresenta la forza lavoro abita i sotterranei. I lavoratori ripongono tutte le loro speranze nella mite Maria di cui si innamora Freder, il figlio del dittatore. Frederson costringe l’inventore mago Rothwang a costruire il clone robotico di Maria per seminare discordia tra gli operai, ma questo genera nella massa rivoluzione e distruzione. Toccherà alla vera Maria e a Freder riportare l’equilibrio tra le parti, così come recita una massima del film: “Tra il cervello e le mani deve fare da mediatore il cuore”.
Il ritorno sul grande schermo di Metropolis offre a tutti gli appassionati di cinema di godere degli oltre venticinquemila effetti speciali realizzati da Eugen Schüfftan grazie alla combinazione di modellini, filmati in stop motion, posizionati su scenografie a grandezza naturale. Una potenza visionaria che va aldilà di quelle che erano le potenzialità dell’epoca. Lang dedicò al film 310 giorni e 60 notti di riprese, si racconta che sul set, per carattere dispotico, non fosse meno del suo personaggio Frederson; per la scena dell’inondazione costrinse 3600 figuranti a stare in acqua per ore, finché la scena non raggiunse la perfezione da lui immaginata.
Il film costò sei milioni di franchi ma incassò un settimo. Oggi, dopo diversi riadattamenti e tagli ritroviamo in sala la versione più fedele al girato originale. Metropolis non è un film apocalittico, è invece l’espressione della percezione che lo stesso Lang ebbe osservando le città di Berlino e New York. Non una proiezione futuristica ma semplice osservazione del presente.
Chiara Pascali