Ancora una volta le giovani generazioni rappresentano la coscienza civile di un Paese ridotto a un grottesco far-west, dove solo  difensori del bene isolati e fuorilegge si contendono lo spazio libero per duelli all’ultimo sangue: il poster fotografa però l’immagine di un pistolero intellettuale, armato esclusivamente di occhiali. La vista è lo strumento privilegiato dello storico/reporter per penetrare la realtà e denunciarne nei suoi scritti i meccanismi perversi: Giancarlo Siani, ucciso a ventisei anni nel 1985, era un cronista abusivo de “Il mattino” di Napoli e le sue erano coraggiose inchieste sul mondo della camorra. E’ il medesimo magma  corale immortalato da Gomorra, però la locandina suggerisce una scrittura più lineare volta a circoscrivere il tradizionale conflitto tragico fra individualità ribelle e società conformista.  La pellicola  è dunque il ritratto di uno dei tanti “ragazzi fuori “ dal coro che caratterizzano la filmografia di Marco Risi. In loro rinasce spontanea la vita, ma basta un tratto di gesso, uno scarabocchio bianco per cancellarla e per sospingerla nel silenzio della morte.

 

di Augusto Leone