Il giudizio della critica cinematografica riesce a “pilotare” le scelte del grande pubblico?
Tra il parere della stampa specializzata e la presenza del pubblico in sala esiste un rapporto di proporzionalità inversa o di divertita indifferenza?
 
 
Diverse e molteplici, spesso inconsapevoli, sono le motivazioni che gli spettatori cinematografici ponderano prima di decidere la visione di un film in una delle numerose sale cinematografiche sparse nel territorio italiano.
La così detta “awarness”, e cioè la conoscenza della trama e dei contenuti di richiamo su un determinato titolo del listino di distribuzione, è uno scopo che le case di produzione e distribuzione cinematografiche tentano di perseguire con diversi mezzi, orchestrando campagne marketing capillari ed invasive, sempre più attente ad accaparrarsi nuovi ed inediti spazi di promozione pubblicitaria. In tal modo si sostiene la pubblicazione di un variegato universo di riviste cinematografiche di differente tipologia, si organizza il passaggio di accattivanti trailers nei palinsesti televisivi, e si utilizza l`effetto di richiamo dei divi di maggior appeal che con la loro presenza richiamano l`attenzione del pubblico sul testo filmico del quale si vuole promuovere la notorietà.
Gli spettatori cinematografici maturano però la decisione di recarsi in una sala cinematografica non solo grazie al lavoro di diffusione delle informazioni orchestrato dagli uffici stampa, ma anche in base ad una serie soggettiva di decisioni del tutto personali, legate ad esempio a contingenze sociali e territoriali. E così la vicinanza di una sala nel quartiere di appartenenza, le condizioni climatiche, la disponibilità di una o più persone disposte a condividere la visione di un determinato film o il parere di una persona la cui opinione si decide di tenere in considerazione, diventano fattori determinanti nell`attualizzare questo tipo di comportamento di consumo legato all`impiego del tempo libero.
Proposito del nostro studio è cercare di comprendere se lo spettatore cinematografico italiano viene influenzato, nella scelta della sua dieta cinematografica, dai giudizi espressi dai critici di settore. Si è dunque cercato di comprendere se le argomentazioni espresse dai giornalisti specializzati nella critica cinematografica hanno una qualche influenza presso il pubblico degli spettatori italiani, e se ad esempio una corrente di pensiero fortemente negativa sul giudizio complessivo di un`opera cinematografica può determinare una minore affluenza del pubblico in sala, contribuendo a limitare l`incasso di un film al botteghino. Allo stesso modo un film osannato dalla critica riesce a raggiungere le vette del box office proprio in ragione del sostegno della stampa specializzata?
 
Le variabili prese in considerazione nel nostro studio sono dunque due:
 
  1. La posizione ottenuta al box office italiano in un dato anno di riferimento[1], prendendo in considerazione nella nostra rilevazione le prime tre pellicole di maggiore incasso e considerando l`esito economico del film espresso in milioni di euro.
  1. Le posizioni critiche espresse a mezzo stampa dai più noti ed influenti giornalisti di settore[2],
in numero sufficiente da stabilire se un dato film possa essere considerato, nel suo complesso, un film che ha ricevuto l`appoggio o il dissenso dei giornalisti, o una posizione di media tra le due polarizzazioni estreme in una scala di giudizio qualitativo.
 
Abbiamo preso in esame le prime tre posizioni del box office italiano a partire dall`annata 1997/1998 (anno nel quale si rilevano gli incassi assolutamente fuori scala del film di James Cameron “Titanic”-€ 41.995.155-, seguito con netto distacco da due pellicole italiane: “Fuochi d`artificio”-€ 25.850.518- di Leonardo Pieraccioni e “La vita è bella” -€ 23.759.150- di Roberto Benigni), e per ciascuno dei tre film giunti in vetta al botteghino abbiamo tentato di reperire un numero di valutazioni giornalistiche sufficienti a fornirci un`idea attendibile sulla corrente critica di pensiero prevalente in relazione a ciascun film.
L`insieme delle opinioni degli esperti è stata incasellata nella nostra ricerca in una delle seguenti categorie:
 
  1. Critica favorevole.
  2. Critica “incerta”.
  3. Critica negativa.
 
Abbiamo proceduto in tal modo fino alla rilevazione dei dati della corrente stagione cinematografica, l`annata 2008/2009 che vede provvisoriamente in prima posizione la pellicola della Dreamworks “Kung fu Panda” con un incasso pari a € 17.011.852.
Da quanto raccolto si rileva una tendenza piuttosto interessante: a partire dal primo anno preso in esame nella rilevazione dei dati (e cioè la stagione 1997/1998) e per le cinque stagioni cinematografiche seguenti, i film posizionatisi in vetta alle preferenze del pubblico risultano essere tutte pellicole che incontrano un favore piuttosto manifesto della critica, eccezion fatta per la commedia americana “Se scappi ti sposo” di Garry Marshall, che si piazza prima al box office nell`annata 1999/2000 e che raccoglie una maggioranza di pareri contrari da parte della critica.
Nell`arco di periodo che va dal 1997 al 2003 su 15 pellicole prese in considerazione ben 12 ricevono un manifesto appoggio da parte della stampa specializzata, 2 raccolgono un esito di critica che espone alcune perplessità ma che non boccia ne` promuove in maniera netta l`opera in esame, ed un solo film viene apertamente bocciato dagli esperti. Questa sorta di periodo di “luna di miele” tra preferenze del pubblico e giudizio degli esperti, si interrompe nuovamente nella stagione 2002/2003, in cui il “cienpanettone” italiano “Natale sul Nilo” scalza dalla vetta del box office un`altra opera che non veniva comunque promossa a pieni voti: “Pinocchio” di Roberto Benigni, che tradisce parzialmente le alte attese degli esperti dopo il successo internazionale riscosso con “La vita è bella”. L`anno seguente, il film “Il paradiso all`improvviso”, altra opera che riceve valutazioni di sufficienza da parte degli esperti, scalza dalla vetta della classifica il terzo capitolo della triologia de “Il signore degli anelli”. “Il ritorno del re” aveva infatti raccolto pareri significativamente positivi da parte degli esperti, guadagnando la seconda posizione del box office con un incasso pari a € 21.430.427. E` però a partire dalla stagione 2004/2005 che la tendenza evidenziata nella prima parte della rilevazione si inverte, mostrando una relazione di proporzionalità inversa tra giudizio della critica e riscontro del pubblico al botteghino. I 15 film che conquistano le posizioni di podio del botteghino nei diversi anni vengono valutati nel seguente modo: 5 di essi ricevono un deciso “pollice verso”, mentre ben 8 pellicole non vengono considerate degne di alcun tipo di lode; due soli film, peraltro appartenenti al medesimo franchise, e cioè “Shrek 2”, al primo posto nell`annata 2004/2005 e “Shrek terzo”, che guadagna la seconda posizione nella stagione 2007/2008, si guadagnano l`approvazione degli esperti di settore.
 
 
Il seguente grafico esemplifica graficamente quanto riportato finora.

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In ascissa vengono riportate le annate di uscita delle pellicole prese in considerazione nel nostro studio, ed in ordinata viene rappresentata la quantità di giudizi, polarizzati nella variabile dicotomica favorevole/non favorevole, che i tre film campioni al box office hanno ricevuto nell`anno di riferimento.
Ad esempio nell`annata 2004/2005, la pellicola “Shrek 2” viene valutata con una critica favorevole, segnando dunque il valore 1 sull`asse dell`ordinata, mentre i film “Spiderman 2” e “Christmas in love” ricevono un`accoglienza rispettivamente tiepida e negativa da parte della critica (li associamo dunque entrambi in un giudizio non favorevole), segnando dunque il valore due sull`asse dell`ordinata. Nella stagione seguente (2005/2006) i primi tre film al box office ricevono tutti e tre critiche non favorevoli, come evidenziato dal grafico (in conseguenza di questa valutazione la linea d`andamento delle valutazioni favorevoli raggiunge il valore zero sull`asse delle ordinate).
Il grafico evidenzia quindi come, con il procedere degli anni, si amplia la forbice del “dissenso” tra il giudizio della critica e le scelte di visione del pubblico in sala.
Studiando attentamente il grafico possiamo notare che la stagione 2003/2004 segna un deciso punto di svolta: a partire da questa data e per tutti gli anni a seguire, la triade di film campioni di incassi al botteghino riceve un deciso pollice verso da parte dei giornalisti cinematografici.
Come possiamo tentare di spiegare questa inversione di tendenza? Il pubblico ha smesso di seguire le indicazioni degli esperti, oppure, più semplicemente, si è sempre fatto guidare da motivazioni personali che esulano dai così detti “pareri competenti”?
E` giudizio di chi scrive che un simile andamento della serie storica esplicitata dal grafico altro non evidenzi se non l`impossibilità di ricorrere ad una variabile univoca per spiegare le scelte di visione degli spettatori. Certo è che le motivazioni che spingono una persona a scegliere di visionare un film piuttosto che un altro sono complesse e molteplici, e molto probabilmente la lettura della così detta critica cinematografica può avere un effetto di rinforzo rispetto ad una decisione già presa, o di disincentivazione laddove lo spettare non era già pienamente convinto rispetto ad una possibile scelta di visione.
La raccolta dei dati che abbiamo effettuato può però aiutarci a delineare alcune linee di tendenza, ed evidenzia comunque alcuni dati interessanti. Come mostra il grafico sottostante, su 36 film presi in esame ben 23 pellicole escono nei mesi di dicembre o di gennaio, indicando chiaramente la tendenza delle case di distribuzione a mettere sul mercato le pellicole di maggior richiamo commerciale durante il periodo delle festività natalizie. Questa tendenza, consolidatasi nel corso degli anni, potrebbe in parte spiegare il grande successo commerciale della commedia natalizia italiana, che raccoglie, assieme agli strali della critica, sempre incassi da capogiro al botteghino.

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La visione della “commedia pecoreccia” all`italiana, con buona pace della critica, si afferma nel nostro paese come una sorta di rito collettivo strettamente legato alle festività natalizie. Alberto Crespi, su “Film Tv” è ben cosciente dell`inutilità della sua stroncatura al film “Natale sul Nilo” come lui stesso ammette: “Comunque, al botteghino, il film è partito forte: questa recensione, ammettiamolo, è del tutto inutile[3]”.
Ci sembra di poter concludere affermando che la “divertita indifferenza” degli spettatori italiani, proprio a questo si riferisce: quando si prospetta l`occasione di poter evadere dal proprio vissuto quotidiano non ci si affida al buon gusto degli esperti di cinema ma si da semplicemente ascolto alla propria voglia di divertirsi, se possibile in compagnia di parenti e amici…
 
 
In fondo alla pagina è possibile effettuare il download dei materiali analizzati per la stesura dell`articolo, lo schema delle prime tre posizioni occupate al box office negli ultimi dieci anni e le critiche registrate sulle testate nazionali, dizionari di critica cinematografica e settimanali specializzati. Nel primo allegato sono riportati i dati che vanno dalla stagione 2003-2004 al parziale della stagione 2008-2009 (al momento della stesura dell`articolo 26 novembre 2008). Nel secondo allegato, invece, i dati dalla stagione 1997-1998 alla stagione 2002-2003.
 
 a cura di
Angela Rolletta, Marco Moraschinelli.
 

 


[1]    Il periodo di riferimento utile nel considerare il lasso di tempo che determina un`annata cinematografica è quello compreso tra la seconda parte del mese di agosto, in cui le case di distribuzione tornano a proporre film di richiamo per il pubblico, e l`inizio del periodo estivo, durante il quale gli spettatori abbandonano le sale in coincidenza dell`approssimarsi di una stagione climatica che favorisce le attività all`aperto e che disincentiva l`affluenza in sala.
 
[2]    Sono state riportate nel nostro studio le argomentazioni critiche dei giornalisti di spettacolo che lavorano per le seguenti testate giornalistiche:
 
l                 Quotidiani nazionali: Corriere della Sera, La Stampa, Il Tempo, La Repubblica, Il Giornale.
l                 Dizionari di critica cinematografica: Il Morandini, Il Farinotti.
l                 Mensili di cinema: Ciak.
[3]    Tratto da Film Tv, n.1, anno 2003