Il regista Tim Burton porta sul grande schermo la serie cult gotica Dark Shadows che dal ‘66 al ‘71 andò in onda sulle tv americane. Un cast di grandi nomi guidati da Johnny Depp (al suo ottavo film con Burton), Michelle Pfeiffer, Eva Green e l’onnipresente (nelle pellicole burtoniane) Helena Bonham Carter.
Il ricco e potente Barnabas Collins, signore della tenuta di Collinwood Manor, compie l’errore fatale di innamorarsi dell’affascinante Josette DuPres infrangendo così il cuore di Angelique Bouchard (Eva Green). Angelique è una strega e per vendicarsi lo condanna ad un destino peggiore della morte: lo trasforma in vampiro e lo fa seppellire vivo.
Dopo circa duecento anni, la tomba di Barnabas viene inavvertitamente aperta liberando il vampiro in un mondo molto diverso: siamo nel 1972. Barnabas fa ritorno a Collinwood Manor scoprendo che la sua casa un tempo fastosa, è andata in rovina, e che gli eredi della sua eccentrica e bizzarra famiglia celano oscuri segreti. Si trova così alle prese con la matriarca Elizabeth Collins Stoddard (Michelle Pfeiffer); con l’inutile fratello di Elizabeth, Roger (Jonny Lee Miller), con la ribelle figlia adolescente di Elizabeth, Carolyn (Chloe Grace Moretz) ed il precoce figlio decenne di Roger; con la psichiatra di famiglia, la dottoressa Julia Hoffman (Helena Bonham Carter) e la nuova tata di David, Victoria, misteriosamente identica all’unico amore della vita di Barnabas, Josette.
Mentre Barnabas cerca di ripristinare l’antico splendore del nome di famiglia, qualcuno si frappone al suo scopo: è una donna in carriera, affascinante e di successo, risponde al nome di Angie, e assomiglia ad una vecchia conoscenza di Barnabas…
Personaggi strani e disadattati, un intreccio di macabro e horror condito da humor brillante. A questo la coppia Burton-Depp ci ha abituato negli anni fin dal magico e felice esordio di Edward mani di forbice e dell’insolito ed estraniante Ed Wood che ci paiono i loro capolavori (insieme alla romantica pellicola d’animazione La sposa cadavere). Più difficile invece amare gli istrionici eccessi de La fabbrica di cioccolato, di Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street o di Alice in Wonderland l’aria che vi si respira si fa più soffocante nonostante i ruoli sulla carta e tratti anche sulla scena siano perfetti per Depp. Willy Wonka e il sanguinario barbiere, il Cappellaio Matto ma anche il giovane agente di polizia che indaga Il mistero di Sleepy Hollow restano come incompiuti.
E Dark Shadows, pur godibile e intelligente, si colloca in questa seconda tranche. Un melodramma kitsch e sensuale, che poco ha delle atmosfere cupe ma fascinose della serie originale, un divertissement tra amici che ormai si sentono a casa e giocano liberamente con i loro personaggi (bello, delicato e quasi barocco il Deep-vampiro) e con i loro ricordi.
Francesca Bani