In una calda e soleggiata Roma, tra i frastuoni della città, si sviluppa la storia d’amore interpretata da Matilda De Angelis – nota per la sua partecipazione al film “L’isola delle rose” – e da Callum Turner, dietro la guida del regista Jan Schomburg. L’apertura con i titoli di testa si colora di dipinti enigmatici ma chiaramente legati all’idea di condanna del profano che, sin da subito, promette la presenza una matrice bizzarra nel film disponibile da oggi sulla piattaforma Chili.
Chi sono i protagonisti? Gregory, un giornalista ateo e particolarmente ostico al tema religioso ma impegnato nella telecronaca sull’elezione papale, e Maria, una giovane ragazza credente al punto tale da essere in procinto di prendere i voti per diventare suora. Il primo passo è compiuto: dopo aver descritto le due personalità dei protagonisti, distinguiamo la rappresentazione del sacro e del profano. In un primo atto però, si sa, deve esserci un incidente scatenante che altera gli equilibri: i due ragazzi trascorrono la notte insieme pochi giorni prima dei voti di Maria, “Ti prometto che non mi innamorerò di te” una promessa reciproca ma poco credibile e lo spettatore lo sa. Nel momento in cui i due giovani ne prendono coscienza vengono interrotti continuamente da una serie di moniti esilaranti, che hanno l’obiettivo di ricordare il posto dell’uno nel profano e dell’altra nel sacro: una scimmia che ruba le chiavi della camera di albergo, Greg viene derubato e poi sequestrato da una squadra antimafia, scopre di avere un tumore a forma di Sacra Sindone e vede il volto di Dio, nelle riproduzioni della Creazione di Adamo, ammonirlo di continuo.
Perché Dio viene nominato ovunque? Perché già nel titolo del film la parola “Altro”, scritta volutamente in maiuscolo, suggerisce come il terzo incomodo nella relazione sia proprio Dio; scopriamo qui il fatal flaw – il difetto – del personaggio di Gregory: il suo rifiuto verso la religione lo porta a vedere in Dio il nemico numero uno. Maria, invece, proietta il rifiuto all’azione nel conflitto interiore, neanche troppo acceso, tra fede e amore carnale ma anche nell’apparente mancata reazione di Gregory; in questo caso il turning point del secondo atto diventa lo scontro della ragazza con una mentalità religiosa che non le appartiene più e che svolterà le sorti del terzo atto invertendo le parti. La storia ricorda il film “L’isola dei sogni” in cui una ragazza viene estraniata dalla popolazione di un’isola che la ritiene pericolosa in virtù del suo legame con il mare, il quale sembra essere geloso al punto da ucciderne i pretendenti, fino all’arrivo di un giornalista sull’isola che rifiuta tali credenze. La storia di Maria e Greg è molto meno drammatica, l’uso dei colori pastello lo sottolineano, è piuttosto una leggera storia d’amore incorniciata dalle mille luci della capitale e conclusa a Piazza Farnese nei pressi della Chiesa di Santa Brigida protettrice dei pellegrini come Maria e Gregory, pellegrini nel mondo dell’amore.
Cristina Quattrociocchi