L’angolo di Michele Anselmi | Pubblicato su “Il Misfatto” (Il Fatto Quotidiano)

Vi prego, collegatevi su YouTube battendo così sulla tastiera: Dracula 3D – Clip Ita – Lucy prende fuoco – Sceglilfilm.it. Non ci si può credere. Naturalmente sui giornali si grida al grande evento di culto e straculto dopo la civettuola anteprima a Cannes, si apprezza il (probabile) gioco citazionista, da vecchio b-movie della Hammer riveduto e corretto con una punta di Mario Bava; si rende omaggio al “maestro dell’horror” per antonomasia, cioè Dario Argento, classe 1940, diciannove titoli alle spalle. Tuttavia quella scena di “Dracula” è davvero oltre… il ridicolo. A un passo dalla parodia involontaria, dentro il malinconico tramonto di un regista che pare vivere di ricordi, slegato dal mondo, aristocraticamente lontano da ciò che passa, più o meno dignitosamente, il cine-convento.

«Nel nome di Dio, torna da dove venisti! Nel nome di Dio, io ti comando: “Vade retro!”» urla con la voce tonante di Luigi La Monica l’imbolsito Rutger Hauer, nei panni del mitico cacciatore di vampiri Van Helsing, esibendo due legnetti a forma di croce. Chi deve tornare da dove venne è Lucy, cioè Asia Argento, che spalanca le fauci, mostra i dentoni acuminati e sfodera smorfie spiritate, dopo aver annusato il nemico che le spiaccica in faccia una lanterna da computer graphic. Sembra una roba da filodrammatica, diciamo pure una scena di “Ed Wood”, solo che lì Tim Burton ricostruiva col tenero trasporto ironico un certo cinema di serie Z fatto di niente.

Invece Argento vuol fare sul serio, spaventare il pubblico, marcare una differenza rispetto alla saga di “Twilight”. Non si prende per nulla in giro. Azzarda che «col mio “Dracula” in 3D “Avatar” vi sembrerà un film superato»; Dracula lo affascina «perché incarna alla perfezione il concetto di Eros e Thanatos», e via con surrealismo ed espressionismo. Andate a vedere il film, magari raffrontandolo col cartone animato “Hotel Transylvania”, e riparliamone.
Poi, s’intende, i gusti sono gusti, alla faccia di noi critici bacchettoni. Però, a occhio, neanche i fan sperticati sembrano divertirsi granché, al di là degli incassi che saranno quelli che saranno (appena 200 mila euro nei primi quattro giorni). Ho annotato alcuni commenti in rete. «Qualcuno lo fermi per l’amor di Dio». «No via, ridicolo. Cazzo due lire spendicele per gli effetti speciali». «Ahahah, sembra la parodia di Dracula. Dario, fatti un favore: vatte a ripone!». Morale? Bisognerebbe sapere quando ritirarsi e farlo con quieta saggezza. Non tutti i registi sono Roman Polanski, capace di girare “Carnage” a 76 anni.

Michele Anselmi