L’angolo di Michele Anselmi
Era il 5 settembre del 2020, alla Mostra del cinema di Venezia. In una giornata assai tendente al mesto, tra “Miss Marx” e “Pieces of a Woman”, un piccolo film francese di 78 minuti, messo tra i fuori concorso, finì per far tornare il sorriso sui visi del festivalieri afflitti. E fu un piccolo trionfo di critica. Il titolo? “Mandibules”, cioè mandibole, una cine-bizzarria, tra fantastica e demenziale, che Quentin Dupieux ha girato forse pensando un po’ a “Scemo & più scemo” o forse no. Da giovedì 17 giugno si potrà vederlo nelle sale italiane, non tante immagino, distribuito da I Wonder Pictures con un sottotitolo esplicativo che recita “Due uomini e una mosca”.
Il tutto parte un po’ loffio e incolore, ma quasi subito ci si lascia prendere dall’insensata storiella che il regista, classe 1974, di solito incline a trattare temi mortiferi, presenta come “una commedia sincera e genuina sull’amicizia”, s’intende maschile.
Jean-Gab e Manu, due amici sempliciotti e squattrinati, devono consegnare, tenendola nel bagagliaio, una valigetta misteriosa in cambio di 500 euro. Ma Jean-Gab non ha un’auto, ruba una scalcinata Mercedes e trova nel bagagliaio una mosca gigantesca. Viva, lunga almeno un metro. Una mostruosità, ma i due non fanno neanche un plissé: l’idea è di istruirla per trasformarla in una specie di drone utile a rapinare una banca.
Visto l’assunto folle, non sorprende che i due stupidotti si ritrovino coinvolti in disavventure maldestre; il tutto culmina nell’arrivo in una villa con piscina nella quale passano le vacanze tre belle ragazze e un giovanotto.
Scherzando, potremmo ribattezzare Jean-Gab e Manu, incarnati con piglio goliardico da David Marsais e Grégoire Ludig, “i signori della mosca”, se non altro per l’affetto col quale difendono il dittero gigante dagli sguardi dei curiosi. L’ambizione è di far sorridere e basta, sommando situazioni buffe e surreali, direi senza omaggi cinefili a “La mosca” di Cronenberg, usando trucchi visivi a basso costo, affinché tutto suoni strampalato, assurdo, a suo modo tenero. Tra gli interpreti compare, nel ruolo più spassoso della comitiva, quell’Adèle Exharchopoulos che si fece notare per la sua prova sessualmente piuttosto audace in “La vita di Adele”: era il 2013.
Michele Anselmi