La quarta stagione della serie tv reboot “Dynasty” è arrivata sul piccolo schermo del colosso americano Netflix con il solito marchio di fabbrica: intrighi, dramma, tradimenti e amore. La serie, ideata da Joseph Schwartz, Stephanie Savage e Sallie Patrick riprende a grandi linea la storia originale, aggiungendo un pizzico di modernità che riesce a trasportarla perfettamente ai tempi recenti.
La storia della famiglia Carrington continua a generare attenzione; nuovi e noti personaggi entrano in scena e vengono coinvolti negli intrighi nella facoltosa famiglia di Atlanta che, nonostante gli sforzi, continua ad essere affossata da numerosi problemi; come il tumore di Crystal, la morte del maggiordomo e tuttofare Joseph Andersen, la ricaduta di Kirby nel mondo della droga e le crisi affettive di Fallon.
Il reboot di “Dynasty”, nonostante segua a grandi linee la trama e i personaggi della serie originale, ne offre una versione multiculturale, multietnica che, inevitabilmente, mostra una realtà fatta di jet privati, vasche idromassaggio, fiere della vanità, alta moda e fiumi di alcol. La serie, inoltre, riesce ad essere particolarmente “politicamente corretta” con un’importante attenzione alla comunità LGBT e, appunto, alla cultura afroamericana.
Nonostante una trama leggera e a tratti frivola, “Dynasty” riesce a mostrare il lato “nascosto” e privato delle celebrities americane che, tra intrighi che valgono milioni, devono fronteggiare quotidianamente sfide per il bene della propria famiglia – o meglio dinastia come amano chiamarsi. Il vero punto di forza però non sono certo i temi, ma il cast che anno dopo anno è riuscito a conquistarsi la fiducia del pubblico garantendo così una lunga e prosperosa vita ad una serie che, nella versione originale degli anni ’80, arrivò all’ottava stagione. Inutile dire che “Dynasty”, a meno di un mese dall’uscita, si è già riconfermata per una quinta stagione.
Flavia Arcangeli