L’angolo di Michele Anselmi
Francamente un titolo italiano un po’ del cavolo. Che significa “E poi c’è Katherine”? Sin dall’inizio la donna in questione, una 57enne anchorwoman in crisi di ascolti col suo storico show tv “Tonight with Katherine Newberry”, è al centro della storia. Katherine è una specie di David Letterman al femminile. Il suo programma a ora tarda, non a caso il titolo originale recita “Late Night”, ha perso mordente e i 43 Emmy vinti negli anni non bastano più a garantirle l’affetto del pubblico. Il network, pilotato da una donna tosta quanto lei, vuole sostituirla con un comico volgarotto; Katherine correi ai ripari rimettendo mano al suo team di autori impigriti dalla routine e assuefatti alle sue scenate, sicché Molly Patel, una tosta e spiritosa americana di origine indiana (India), si rivelerà la persona giusta per raddrizzare le cose.
Siamo più dalle parti di una commedia come “Il buongiorno del mattino” con Harrison Ford e Rachel McAdams che del “Diavolo veste Prada” con Meryl Streep e Anne Hathaway; anche se Emma Thompson, in splendida forma, ricorda per colore dei capelli, look fantasioso e spirito sarcastico l’insopportabile boss Miranda Priestley. E naturalmente tutto va, nel film diretto da Nisha Ganatra su copione di Mondy Kaling, pure attrice nel ruolo di Molly, come ci si può attendere: tra battute al vetriolo, scenate in ufficio, retroscena malinconici e scene madri che invitano all’applauso commosso.
La novità starebbe nel fatto che Katherine detesta le donne. In effetti ama tiranneggiare gli uomini ai suoi ordini, ridotti a tappetini, calpestati coi suoi “sabot” da non so quanti migliaia di dollari. Ma è chiaro che la star in caduta libera, pure sposata con un tenero uomo anziano colpito dal Parkinson, si comporta così solo per aderire a un personaggio. Prima o poi Molly saprà tirarle fuori frammenti di nascosta umanità…
Battuta mica male: “Io adoro le donne. Per esempio Mary Tyler Moore e Gilda Radner” spara Katherine. E il suo braccio destro le ricorda: “Ma sono morte entrambe”. Un po’ come succede in “Le verità”, il film con Catherine Deneuve appena passato alla Mostra di Venezia.
Trapunto di riferimenti al vero show-business televisivo, “E poi c’è Katherine” si vede volentieri, soprattutto per la prova di Emma Thompson, che nella versione originale sfodera il suo elegante accento “british” destinato a perdersi nel doppiaggio. Naturalmente Mindy Kaling, rivelatasi con la serie “The Office”, oggi è una celebrità negli Usa. Infatti ha un programma televisivo tutto suo. Nelle sale da giovedì 12 settembre con Adler Entertainment.
Michele Anselmi