L’angolo di Michele Anselmi | Scritto per Cinemonitor

La vendetta è un piatto da servire freddo. Nell’intervista sul “Giornale” di Pedro Armocida al regista Edoardo De Angelis, quello di “Indivisibili”, c’è un passaggio mica male che regola, si direbbe, qualche conticino in sospeso. Domanda del giornalista: «Allo scorso festival di Venezia “Indivisibili” non è andato in concorso ma nella sezione autonoma “Giornate degli autori”, che cosa è successo?». Risposta del cineasta napoletano: «Non lo so, ma penso che abbiamo perso un’occasione di concorrere con grandi autori nella stessa sezione. Ci siamo divertiti a ricordare con Paolo Sorrentino che, nell’anno in cui esordì con “L’uomo in più”, il direttore di Venezia, lo stesso di oggi, non lo prese nel concorso ufficiale, dove, come quest’anno, c’era sempre un film di Giuseppe Piccioni”». In effetti andò proprio così. Nel 2001, Alberto Barbera direttore della Mostra prima di essere cacciato anzitempo dall’allora ministro ai Beni culturali di Forza Italia, Giuliano Urbani, “Luce dei miei occhi” di Piccioni figurò in concorso, esattamente come nel 2016 “Questi giorni”; mentre “L’uomo in più” di Sorrentino, di sicuro un esordio fulminante, fu presentato nella sezione minore “Cinema del presente”. Col senno di poi, si può dire, una scelta non proprio lungimirante.

Michele Anselmi