“Penso che sul cinema la crisi mondiale non influirà troppo. Anzi, per certi versi potrebbe rivelarsi addirittura salutare per rivedere alcuni costi che ultimamente, soprattutto nel campo della produzione, sono lievitati in maniera esponenziale. Se riuscissimo a ridiscuterli, la crisi a lungo termine diventerebbe un fattore positivo”.
Lo dice al Giornale dello Spettacolo Paolo Ferrari, presidente dell’Anica , alla vigilia delle Giornate Professionali di Cinema, che si svolgeranno a Sorrento dal 1° al 5 dicembre. Nemmeno “l’effetto Obama” per Ferrari avrà particolare influenza, “perché Hollywood è da sempre piuttosto vicina ai democratici. Soprattutto lo sono i creativi. Anche il fatto di avere per la prima volta un presidente Usa di colore non cambierà le cose, visto che già oggi l’attore più importante è Will Smith”. Quella che invece preoccupa è la conseguenza delle agitazioni sindacali ad Hollywood. “Sul piano della produzione il problema esiste ed è serio. Riguarda gli strascichi, che quasi tutte le Case si trascinano dietro, degli scioperi degli sceneggiatori, oltre alle altre eventuali rivendicazioni che potranno venire. Questi sono fatti i cui riflessi possono farsi sentire a lungo”. Sul fronte italiano, Ferrari è ottimista. “Mi sembra che in questi due ultimi anni le sale abbiano retto bene il rapporto con il pubblico. Anzi, con i film di Natale potremmo anche chiudere l’anno molto vicini al pareggio con il 2007. Insomma, il mercato ha retto la botta”. Merito in parte rilevante del cinema italiano: “la nostra cinematografia è vitale e ha saputo fare grandi cambiamenti. Film come “Gomorra” e “Il divo” hanno dato un segnale di grande forza. Abbiamo dimostrato di saper trattare nuovamente i grandi temi del nostro Paese, compresi quelli meno piacevoli. Anche negli Stati Uniti c’è grande attenzione per questi film, e non avveniva da molto tempo. E un gran bel segnale viene anche dalla riscoperta di temi di grande attualità come quelli trattati da “Pranzo di Ferragosto” e da “Si può fare”. Ma non mancano le perplessità, soprattutto sulle uscite estive: “stiamo facendo una fatica enorme a confermare l’allungamento di stagione. Lo dico con molta franchezza. Certamente abbiamo fatto grandi progressi ma non sono ancora sufficienti e l’augurio è di continuare a migliorare l’offerta con l’impegno di tutti. La distribuzione deve mettere a disposizione i film giusti e aumentarne il numero, e l’esercizio deve tenere i cinema aperti e avere un’attenzione particolare per questi prodotti”. E poi il digitale: “non vedo questa trasformazione così vicina. Il vero salto di qualità potrà esserci nel momento in cui ci saranno in circolazione dei veri film pensati e girati in 3D. Un sistema così rivoluzionario non si mette in campo per domani e nemmeno dopodomani”.

Fonte: Anica