Eastwood e Jackson | Due casi specifici di successo

Cos’hanno in comune Morgan e Francesca Eastwood con Paris Jackson? Apparentemente nulla, si direbbe. Se osserviamo bene il cognome di queste nuove stelle del panorama artistico statunitense, scopriamo però che un punto di contatto tra loro esiste e ha un peso non indifferente: l’ambizione di divenire attrici associata ad un bagaglio genetico, un patrimonio ereditato da personalità che non hanno bisogno di presentazioni. Clint e Jackson, chi avrebbe mai pensato di leggere vicini i nomi dei loro rispettivi padri? Il primo non è che una leggenda pluripremiata del cinema: soltanto sul piano dei riconoscimenti ufficiali appaiono due premi Oscar per la Miglior Regia, due come Miglior Film e uno alla memoria Irving G. Thalberg (il premio riservato ai produttori creativi il cui nome deriva dal direttore di una divisione di produzione della MGM meritevole di scelte di gusto “sofisticate”).

L’eroe della cosiddetta “trilogia del dollaro” firmata dal regista italiano Sergio Leone è un tassello della storia della settima arte che non ha certo bisogno di pubblicizzare il suo volto, eppure sembra che di recente abbia ceduto alla tentazione del reality. La sua poliedricità ha raggiunto il limite estremo nei nostri “tempi moderni” a causa del condizionamento avvenuto ad opera di sua moglie Dina e delle due figlie già citate: le sue donne risultano particolarmente coinvolte nella realizzazione di “Al passo con i Kardashian”, uno dei prodotti commerciali più seguiti dalla rete televisiva E!. Lo show, del quale sono state prodotte 6 stagioni per un totale di 63 episodi, vorrebbe adesso svelare la rappresentazione di vita quotidiana della “Holywood Royalty” (nobiltà di celluloide) e si presume che al centro dell’attenzione sarà proprio l’indagine dei rapporti interpersonali che tessono la trama della famiglia Eastwood. Sull’altro fronte abbiamo l’omonima di Paris Hilton che, proprio come quest’ultima, è una delle persone più ricche degli USA. La piccola ereditiera era già famosa il giorno del funerale del padre, nonostante il noto cantante abbia sempre tentato di celare a sua identità.

A quanto dichiara la stessa Paris Jackson all’interno di un’intervista rilasciata alla Ellen DeGeneres Show, sembra infatti che l’artefice dell’album più venduto nella storia della musica portasse i suoi figli in giro con delle maschere per coprire i loro volti. Il rischio della celebrità però, continua ad attirare lei a poco più di un anno dalla scomparsa del Re del Pop: Paris ha scelto che il suo esordio nel regno del cinema avverrà con “Lundson’s Bridge and the Three Keys”, un film d’animazione di genere fantasy diretto da Stephen Sobiski. Le riprese inizieranno a gennaio, ma il quotidiano “Sun” anticipa già alcuni dati certi a riguardo. Il titolo dell’articolo relativo a Paris svela, forse in modo troppo dichiaratamente “strategico”, l’amore del suo personaggio nei confronti di un padre considerato perno della vicenda. Se le figlie di Eastwood intendono rivolgersi al pubblico di massa di un mezzo generalista, a chi sarà rivolta l’opera della piccola Jackson? Il dubbio su quale spazio di mercato audiovisivo ospiterà il suo talento è ancora irrisolto. La notizia messa in luce maggiormente dai media è che i proventi del lavoro di Sobisky, ispirato al libro di Dennis H. Christen  che uscirà parallelamente al film, finiranno nelle casse di scuole pubbliche statunitensi. Una scelta democratica e saggia per la piccola Paris, la quale ricoprirà il ruolo di una fanciulla perseguitata dalla dea del mare Medusa. Per il 2012 sembra siano in arrivo altre quattro pellicole che la vedranno protagonista del successo: forse quando il talento è "ereditato", non c’è bisogno di prove tecniche.

Ilaria Abate