E` cosa ormai nota la passione dei cineasta americani per i presidenti e per la loro storia. Frost/Nixon in un certo senso però si discosta leggermente da questa abitudine in quanto, a differenza degli ultimi film visti che trattano la storia politica americana, costringe in un certo qual modo lo spettatore a frugare nei cassetti della memoria per riuscire a contestualizzare un periodo storico che, per l`eccessiva patriotticità del popolo americano, viene spesso tenuto nell`ombra, stiamo parlando del caso Watergate. La storia è quella della famosa intervista che il Presidente Nixon concesse allo showman australiano Frost, 3 anni dopo lo scandalo. Sin dall`inizio viene sottovalutata l`abilità giornalistica di Frost che nonostante tutto riesce a mettere Nixon di fronte alle contraddizioni della sua linea di difesa, costringendolo ad ammettere l`illegalità del suo operato. La maggior parte del narrato si focalizza sulla settimana di preparazione dell`intervista, intensificando così nello spettatore l`attesa del momento. Tutto ebbe inizio il giorno in cui il Presidente annunciò in diretta l`abbandono della Casa Bianca, Frost a quel punto decise di rimettere in discussione tutta la sua carriera pur di riuscire ad intervistarlo. Diverse dinamiche schierano involontariamente lo spettatore dalla parte di Frost, sia per le difficoltà burocratiche che incontra e per la "falsa" linea di giustizia che segue, sia per i risentimenti che inevitabilmente si nutrono nei confronti del presidente Nixon. Ciò che viene allo scoperto solo alla fine del film è che il vero vincitore di quel duello psicologico visionario non è realmente Frost che riesce a mettere in ginocchio Nixon, bensì Nixon stesso che riesce a liberarsi da diversi pesi scegliendo quell`intervista come mezzo per farlo. 

Il film è abilmente diretto da Ron Howard che, ancora una volta, riesce a regalare incisive e nello stesso tempo delicate retrospettive dei personaggi, (come d`altro canto aveva già fatto con il personaggio di John Nash in A Beautiful Mind) concedendo così momenti intensi e fortemente riflessivi. Il tutto è tenuto in piedi in maniera fluida dalla magistrale fotografia curata da Salvatore Totino, che abbiamo potuto apprezzare in Any Given Sunday del 1998 e Cinderella Man del 2005. 

Frost/Nixon ha ottenuto 5 candidature agli Oscar 2009, tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista con Frank Langella che interpreta il Presidente, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio.