Dal romanzo di Peter Cameron | Da oggi in sala 

Ispirato all’omonimo romanzo di Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile – il nuovo film di Roberto Faenza, scritto con Dahlia Heyman e prodotto da Elda Ferri per Jean Vigo Italia in co-produzione con gli Stati Uniti e Rai Cinema – racconta di James, un adolescente sensibile ed irrequieto e con una urgente necessità di non conformarsi con la società nella quale vive.

Nonostante Peter Cameron prenda le distanze dal famoso libro di Salinger, sono evidenti i parallelismi tra il male di vivere interiore di James e quello del giovane Holden, diventato simbolo di inquietudine e di ribellione per gli adolescenti di tutte le generazioni. Come Holden anche il protagonista del film di Faenza, il bravissimo e sorprendente Toby Regbo, già visto in Mr. Nobody, è figlio di una benestante ma disastrata famiglia di New York dove James diventa il vero problema nell’istante in cui decide di non andare all’università. "Un disadattato" come lo definiscono i suoi genitori, interpretati da Marcia Gay Harden e Peter Gallagher, due figure alquanto particolari che restituiscono un ritratto crudele del mondo degli adulti, per usare le parole dello stesso Faenza. Unica via di fuga la nonna, il premio Oscar Ellen Burstyn, donna saggia ed anticonformista che accoglie la confusione di un ragazzo che cerca disperatamente di prendere le distanze dall’artificiale mondo degli adulti.  

«Ho provato per anni – racconta il regista torinese – a comprare i diritti del giovane Holden, ma Salinger ha sempre rifiutato versioni cinematografiche o di altro genere del suo romanzo. Così quando in Italia è uscito il romanzo di Peter Cameron mi sono affrettato a comprarne i diritti”. Dopo Copkiller del 1983, ecco un altro film di Faenza completamente girato a New York, la metropoli più emblematica dell’Occidente. “Una scelta che ha permesso di contenere i costi di produzione e di poter contare su un apparato produttivo molto efficiente e meccanismi di lavoro più flessibili rispetto a quelli italiani” dichiara la produttrice Elda Ferri a cui Faenza riconosce il merito di aver trovato un coproduttore statunitense di tutto rispetto come Ron Stein.

Sulla location dice la sua anche il regista, “se avessi girato in Italia, la storia non sarebbe stata comunque diversa. Ormai in un mondo globalizzato i drammi esistenziali trascendono i limiti geografici“. Vero fino ad un certo punto. In una New York attraversata dal più grande movimento di protesta mai conosciuto, noto come Occupy Wall Street, e segnata profondamente dagli eventi dell’11 settembre, James è soprattutto un “indignato”, un anarchico che odia la guerra, la politica e la religione organizzata, che rivendica il proprio futuro in un sistema in cui la giustizia sociale non è più garantita e che intacca la libera scelta degli individui. Ma la vera rivoluzione inizia dal cuore, e nell’anima di James si fa strada una calma comprensione che tutto questo dolore un giorno sarà utile.

E cosi` Faenza con il suo deciso stile registico, unito ad un sapiente uso del sonoro grazie alle splendide musiche di Andrea Guerra e alla magnifica voce di Elisa per la colonna sonora, firma una storia apparentemente senza conclusione ma che intende risvegliare nei giovani l`intraprendenza, la reattività, l`ardire di seguire percorsi più difficili e faticosi per cercare di salvare “un mondo che non sta più in piedi”. “Spero che questo film lo vedano soprattutto i ragazzi“ ha auspicato in conferenza stampa il regista. E non a caso da qualche settimana è iniziato il tour di presentazione del film nelle scuole, dove si formano le coscienze delle nuove generazioni.

Monica Straniero