Oggi più che mai la frase “restiamo a casa” è di fondamentale importanza, in virtù della compromessa situazione sanitaria mondiale. Mostre, eventi, cinema, teatri devono necessariamente porre un blocco alla propria attività, nel rispetto del decreto posto in essere dalla presidenza del Consiglio dei Ministri. La delusione degli appassionati di arte è palpabile: c’è chi aveva già acquistato i biglietti per le mostre più imminenti o chi era impaziente per le prossime uscite nelle sale cinematografiche. Tuttavia siamo pur sempre nell’era digitale e sarebbe impossibile non avere un asso nella manica.
Se, per i prodotti audiovisivi, Netflix, MyMovies Live, Sky, Infinity sono la soluzione, per gli appassionati di opere d’arte viene in soccorso Google Arts & Culture. Cos’è innanzitutto? È una piattaforma che permette agli utenti di connettersi ad una selezione di opere d’arte di tutto il mondo, comodamente da casa. Grazie alla digitalizzazione è possibile osservare queste opere tramite i nostri devices, vivendo così una nuova esperienza culturale, seppur virtuale. Nata nel 2011, Google Arts & Culture, ad oggi, vanta la collaborazione con circa quindicimila musei su scala globale e un numero di opere digitalizzate pari a 6 milioni.
L’homepage cattura subito l’attenzione dell’utente con colori e immagini dal forte impatto visivo. Le opere sono distribuite in categorie differenti, tra cui: “Explore by Time”, “Explore in High Definition”, “Explore by Color”, “Explore by Artist”, “News”, “Trending”, giusto per citarne alcune. Inoltre è possibile fare passeggiate virtuali nei luoghi più conosciuti (vedi Les Champs Élisées) grazie a Street View!
Gli utenti potranno creare un proprio profilo “Google Arts & Culture”, tramite l’account Gmail, selezionare le proprie opere preferite, creare e condividere le proprie collezioni.
Scopriamo in questo modo l’importanza del digitale che, nonostante crei spesso pareri discordanti riguardo al suo utilizzo, può innescare una sinergia tra realtà virtuale e concreta. Il digitale non deve essere inteso come alternativa al reale, ma piuttosto come uno come stimolo ulteriore. Nella situazione attuale, in cui le attività quotidiane sono limitate, il virtuale ci dà la possibilità di immergerci in un universo artistico sempre nuovo e a portata di smartphone. In fondo non capita tutti i giorni di poter osservare da vicino la “Notte Stellata” di Van Gogh dal divano di casa e con tanto di guida gratuita.

Cristina Quattrociocchi