L’angolo di Michele Anselmi

Alla Mostra di Venezia 2022 erano in concorso lo stesso giorno, forse non a caso: ma se “Saint-Omer” parlava di maternità dolorosa e assassina, l’inglese “The Son” è incentrato sui tormenti della paternità incapace e distratta. Il film, nelle sale da oggi giovedì 9 febbraio con 01-Raicinema, porta la firma di Florian Zeller, il drammaturgo francese che s’è fatto apprezzare con “The Father – Nulla è come sembra”, prima capitolo di una trilogia che finirà con “The Mother” (anche qui Christopher Hampton ha contribuito all’adattamento in inglese).
Il figlio in questione è l’adolescente Nicholas, depresso, isolato e arrabbiato: non va a scuola da un mese e le sue braccia sono segnate da cicatrici da coltello. Il ragazzo vive con la madre Kate, ormai incapace di gestirlo, sicché l’ex marito Peter Miller, uomo facoltoso e in carriera politica, nel frattempo risposatosi con la più giovane Beth che gli ha dato un figlio, decide di prenderlo in casa. Per aiutarlo, provare a rinsaldare un legame mai coltivato, anche per senso di colpa. Riuscirà nell’intento di salvarlo da una sorta di progressiva autodistruzione?
Un’antica legge del cinema dice che se a un certo punto compare una pistola, prima o poi sparerà. Qui c’è un vecchio fucile da caccia di mezzo, ma è lo stesso. L’andamento drammaturgico appare prevedibile, tra scoperte agre, scenate e soprassalti, ma anche lo stile di regia non brilla, nonostante il cast ricolmo di star: Hugh Jackman senza artigli, Laura Dern, Vanessa Kirby, il giovane Zen McGrath e Anthony Hopkins in partecipazione speciale nei panni del vecchio padre tirannico/cinico del protagonista (la scena migliore del film, indiscutibilmente).
Lungo più di due ore, il dramma familiare è cupo, anzi cupissimo, parecchio claustrofobico, in buona misura disperato. Francamente sul tema s’è visto di meglio, a partire da “…e ora parliamo di Kevin”, solo per dirne uno tra i tanti.

Michele Anselmi