(Michele Anselmi) Naturalmente i critici fanno il loro mestiere e sui gusti non si discute. Ogni parere è sacro. Professionale e non. I film piacciono o non piacciono per le ragioni più diverse, non esiste, credo, un criterio oggettivo di valutazione. Tuttavia, sul piano della mera notizia, incuriosisce la divaricazione davvero impressionante che si registra, a proposito del tedesco “Opera senza autore” di Florian Henckel von Donnersmarck, tra i giudizi dei critici e quelli del pubblico. Almeno per quanto fotografa il daily “Ciak in Mostra”. Per i nove critici il film è mediamente brutto, da poco più di due stellette, al massimo tre, e infatti la media risulta tra le più basse del concorso: 2.7. Per i nove spettatori-campione invece è in assoluto il più bello della Mostra: media 4.7. Due punti netti di differenza. Fa riflettere, no?
Avevo scritto, recensendo positivamente il bel film qui su Facebook e su Cinemonitor, che l’indomani sarebbero fioccate definizioni del tipo “polpettone” e “fumettone”. Così è andata, esattamente, a scorrere le principali recensioni cartacee. Mi dispiace, a questo punto, di non aver potuto alzare la media critica sul giornalino della Mostra diretto da Piera Detassis. A quanto pare, a differenza degli anni scorsi, non sono più considerato autorevole. E già non scrivevo più per un giornale di carta. Certo l’età incide (la mia), ma sui motivi dell’esclusione un pensierino me lo sono fatto.
I CRITICI SNOBBANO VON DONNERSMARCK, IL PUBBLICO APPREZZA. OGNI PARERE È SACRO, MA FORSE SIGNIFICA QUALCOSA, NO?
