Shauna è una settantenne anni ormai in pensione che ha lavorato una vita come architetto di successo, mentre Pierre è un giovane e intraprendente medico che lotta ogni giorno per dare una possibilità ai suoi pazienti. La loro sarà davvero una storia di amore, ma anche di speranza nonostante la paura li accompagni dall’inizio alla fine: la paura di sbagliare, di essere fuori tempo massimo e di soffrire. Entrambi i protagonisti di “I giovani amanti” si mostrano in tutta la loro fragilità senza temere il giudizio dello spettatore, il quale non può fare a meno di provare solidarietà nei loro confronti, nonostante non siano personaggi facili in cui immedesimarsi. Shauna è una donna elegante e intelligente, ha una figlia e una nipote, ma ricerca la solitudine tanto da lasciare come può la caotica Parigi per rifugiarsi nella sua isolata casa di campagna. Pierre è un quarantacinquenne, sposato e padre di due figli. Il suo rifugio è il lavoro che lo allontana dal dolore che ha chiuso dentro di sé molti anni prima.
Sarà proprio il dolore a unirli in un istante e il vuoto emotivo che sentono e di cui razionalmente non si accorgono troverà appagamento nel loro incontro. Il loro è un amore profondo che inizia in punta di piedi, ma poi letteralmente esplode e li stravolge come fossero due adolescenti. I personaggi sono descritti con dovizia di particolari tanto da sembrare familiari, la sceneggiatura scorre un po’ lenta, ma la pienezza dei loro sentimenti riempie lo spazio e non annoia lo spettatore nonostante a raccontare la storia di questo film diretto da Carine Tardieu possa sembrare tutto un po’ melenso. La vicenda in sé non è particolarmente accattivante, forse anche un po’ triste, ma l’autenticità dell’amore dei due personaggi interpretati da Fanny Ardant e Melvil Poupaudal, di là di qualsiasi ostacolo, lascia un segno di speranza e di gioia nel cuore. Dal 23 giugno in sala per I Wonder Pictures.

Stefania Scianni