Tesina di Carella Leandra
Solo quattro o cinque gatti ascolteranno; la gran massa, costretta ad un ritmo di vita falso e arido, non vuol pensare. E allora ecco che, l’intellettuale cede al compromesso e realizza ,magari, un binomio impegno-consumo.
Si può tuttavia scegliere una via diversa, che ha i suoi inconvenienti ma, se lo scopo ultimo è la coerenza forse è la strada migliore: quella del cinema-inchiesta non in senso stretto, inteso piuttosto come interpretazione che sia il più possibile interpretazione della società; un film “aperto” disponibile a qualsiasi pubblico impegnato o meno.
Genere presente già dai tempi del neorealismo cristallizzato però in forma narrativa; e si ritrova nel corso degli anni da Blasetti ad Antonioni fino all’ultimo Fellini .
In primis però Francesco Rosi che ebbe il coraggio in quegli anni di rompere gli schemi affermando con forza che non è indispensabile il racconto per contenere l’indagine storica.
Il gusto polemico, l’ansia sociale, Rosi li esprime in lavori robusti come La Sfida e Le Mani Sulla città, credendo in quel filone cinematografico che fonda la sua ragion d’essere sulla rappresentazione critica di particolari episodi scottanti.