La poetica del diverso | Quando la fantascienza scava dentro all`uomo

C`è stato un decennio, irripetibile, in cui un regista e un produttore hanno creato per una grande compagnia come la Universal alcuni tra i più poetici, complessi, profondi e straordinari film di fantascienza di sempre. Parliamo degli anni Cinquanta, di un maestro della regia come Jack Arnold e di un produttore, William Alland, che la critica ha definito “come il Val Lewton dei film di fantascienza e dell`orrore del suo tempo”. Jack Arnold, William Alland e il grande cinema di fantascienza dell`Universal negli anni Cinquanta (Profondo rosso editore, Roma, 2006) è il titolo di un`informatissima e appassionata monografia che l`esperto Luigi Cozzi ha dedicato al loro cinema.
 
Chi ritiene che la Sci-Fi degli anni Cinquanta fosse solo un profluvio di mostri incredibilmente malfatti, che rappresentano il male assoluto contro cui si scaglia l`immacolato eroe, deve al più presto avvicinarsi ai capolavori di questa splendida coppia. La pietà per il mostro, o ancora meglio, quell`amore per il diverso portato allo splendore della ribalta da un cineasta come Tim Burton decenni dopo, viene proprio da qui, da una concezione oltremodo profonda dell`arte cinematografica intesa come matura riflessione sull`esistenza. 
 
Nell`ovattata nicchia del cinema di genere – specialmente in quel decennio in cui era considerato solo paccottiglia di consumo – Arnold e Alland hanno, difatti, creato alcuni dei più stupefacenti studi psicologici che la Settima Arte abbia conosciuto. Cos`altro sarebbe un capolavoro come Radiazioni B.X. – Distruzione uomo? Giustamente considerato da Cozzi come la punta di diamante della loro opera, “l`intero film non è altro che un allucinante, ossessivo «viaggio» attraverso i diversi stati dell`essere, prima che il protagonista, pur diventato ormai microscopico, possa infine proclamare di essere riuscito a ottenere la piena realizzazione di se stesso”.
 
Già braccio destro di un genio come Orson Welles, William Alland rimane generalmente in secondo piano rispetto al collega, sebbene il cinema del tempo più che “registacentrico”, com`è oggi, fosse piuttosto “produttorecentrico”. Perché mai, si chiede Cozzi, i lavori realizzati da Arnold al di fuori del sodalizio con Alland non hanno il medesimo splendore di un Il mostro della laguna nera o di un Tarantola qualsiasi? Più che cercare di svelare un mistero tutto sommato insolvibile, l`autore del libro fornisce materiali, moltissimi, in modo che il lettore si faccia la sua idea. 
 
Destinazione Terra, La vendetta del mostro, Cittadino dello spazio, I figli dello spazio hanno avuto negli anni una costante, doverosa e importante rivalutazione da parte della critica, adesso anche quel pubblico che crede che da Metropolis a 2001: Odissea nello spazio non ci sia stato nulla di particolarmente importante dovrebbe iniziare a ricredersi. Il poderoso volume di Cozzi, in questo, risulta essere la perfetta guida per un cammino da compiere verso le stelle e, ugualmente, dentro l`uomo.