Il nuovo corso del cinema di Luigi Cozzi è quanto di più libero si possa immaginare. A due anni da Blood on Méliès’ Moon, il regista che meglio di chiunque altro in Italia ha studiato, filmato, amato la fantascienza torna al cinema con I piccoli maghi di Oz, un progetto che ha diverse consonanze con il titolo del 2016 a partire dall’immaginifico prologo che introduce la materia narrativa. I due film, poi, sono legati anche per un altro, importante motivo. Proprio ad una proiezione romana di Blood on Méliès’ Moon, infatti, Cozzi ha incontrato Fabio Crisante di Cinemart, che aveva stretto un accordo con la direzione dell’Istituto Comprensivo Piaget Majorana di Roma frequentata dal figlio per introdurre gli alunni al cinema e, possibilmente, girare anche poi qualcosa con loro.

I piccoli maghi di Oz racconta la storia di una giovane supplente che, in una scuola romana, inizia a leggere alcune pagine da Il mago di Oz di L. Frank Baum ai suoi piccoli alunni, innescando una bellissima magia. I bambini diventeranno protagonisti di una inedita versione della fiaba, mentre realtà e sogno continuano a fondersi con tanto di preside/strega e insegnanti che non vogliono saperne di stimolare la fantasia dei propri alunni. La palpabile libertà che ha guidato Cozzi nel dirigere – verrebbe quasi da dire codirigere tanto è notevole il lavoro degli alunni della 5C – questo cine-ufo all’interno della produzione contemporanea italiana è sfrenatamente nuova, vispa, in più occasioni quasi struggente perché realmente sincera.

Film laboratorio, docu-film, happening scolastico, I piccoli maghi di Oz è un inno al potere e al ruolo salvifico della fantasia orchestrato da Cozzi con tocco volutamente leggero, un piccolo e prezioso film irradiato dalla freschezza dei suoi giovani protagonisti, chiamati anche ad esprimere il loro punto di vista sulla storia di Baum, offrendo materiale per una sceneggiatura che non vuole né può stare dentro i canoni standard. Lavoro cangiante per sua natura, live action e animazione si mescolano come la fantasia dei piccoli maghi, la pellicola si avvale delle creazioni in CGI di Jean-Manuel Costa, già al lavoro con Luigi Cozzi per Hercules 2. I Piccoli Maghi di Oz è stato premiato come miglior film straniero al Shawna Shea Film Festival di Boston, proiettato al Festival di Stiges nella sezione Brigadoon e candidato ai David di Donatello come docu film.

A questo link un’intervista al regista