C’era una volta il West? C’è ancora. E il mito dell’ignoto, dell’oscuro e del selvaggio West rivive con la prima edizione del Western Film Festival di Orvieto. Così, mentre la 64ma edizione del Festival di Cannes omaggia nella serata del 18 maggio il cinema del maestro dello “spaghetti western” riproponendo, grazie ad un’operazione finanziata da Gucci e da The Film Foundation di Martin Scorsese, una nuova versione con ventisei minuti in più di C’era una volta in America, in Italia si è appena concluso il Western Film Festival, la prima ed unica rassegna internazionale dedicata a questo genere cinematografico.

E allora dal l’11 al 13 maggio il centro storico di Orvieto è stato avvolto, catturato e dolcemente stritolato dai lacci dell’atmosfera profusa dai suoni e dai colori dei saloon, degli speroni, dei cavalli, dello scintillio delle stelle degli sceriffi, dei selvaggi, dei cowboy: topic cinematografici immortalati e resi popolari dalla “Trilogia del Dollaro” di Leone, derivati da molti film celebrativi della storia statunitense.

La mission di questo festival è abbinare alla celebrazione uno studio culturale del Western: la novità, come chiariscono gli organizzatori,  è data dal ruolo didattico che completa l’evento, non solo un momento di celebrazione nostalgica, con momenti di studio e approfondimento culturale offerti ai vari partecipanti.

E proprio allo storico sceneggiatore Sergio Donati sono stati dedicati gli incontri, in uno dei quali è stato presentato il libro “C’era una volta il West (ma c’ero anch’io)”. Nella tre giorni si sono alternati a nuovi lungometraggi, film animati, incontri, mostre, stand, docufilm, cortometraggi e tavolate d’autore incentrate sui classici e sui nuovi film del genere, come Claudio Mancini Story di Luigi Pastore, Ombre rosse di John Ford e I Quattro dell’apocalisse di Lucio Fulci, ospitando i protagonisti del cinema western da Sergio Donati, appunto, ad Ennio Morricone.

Alessandra Alfonsi