L’angolo di Michele Anselmi | Scritto per Cinemonitor
D’accordo, è un “polpettone” politico/sentimentale girato all’antica, un “Indovina chi viene a cena?” retrodatato ai tardi anni Quaranta e ambientato da quest’altra parte dell’Oceano, un film nel quale gli africani poveri della tribù Bangwato capiscono tutti l’inglese, ovvero l’italiano causa doppiaggio. E tuttavia “A United Kingdon. L’amore che ha cambiato la storia”, nelle sale dal 2 febbraio con Videa, si vede volentieri, senza guardare l’orologio nel corso dei 105 minuti, e magari ci si commuove pure a seguire la tormentata e irresistibile love-story che unì il futuro re africano Seretse Khama e la dattilografa bianca Ruth Williams. Storia vera, ci sono pure tante fotografie in rete dei due coniugi, che la regista nera 47enne Amma Asante ricostruisce con caldo palpito romantico e lucido occhio rivolto alle ragioni della politica internazionale.
Tutto comincia nel 1947, in una Londra post-bellica nebbiosa già lambita dalla Guerra Fredda. Il principe nero Seretse, spedito in Gran Bretagna vent’anni prima dallo zio reggente per farsi una cultura e prepararsi a guidare da sovrano il Bechuana, sta per tornare in Africa affinché tutto si compia; ma in attesa di partire conosce a una festa la bella ed emancipata Ruth, ed è amore a prima vista, complici il jazz americano e l’attrazione fisica. Nulla vieterebbe loro di sposarsi, ma tutto congiura contro, soprattutto per ragioni di opportunità politica. Il governo inglese, retto dai laburisti, ha bisogno dell’oro e dell’uranio provenienti dal Sud Africa, che però sta per introdurre un odioso regime di apartheid; e siccome il vicino Bechuana è un protettorato britannico rivendicato dai razzisti di Pretoria meglio non creare ulteriori attriti permettendo l’arrivo sul trono di un re nero sposato a una bianca. Seretse e Ruth però non guardano in faccia a nessuno, si sposano nella riprovazione generale e partono per il Bechuana, senza immaginare che anche lo zio tradizionalista e buona parte della tribù vedono come una maledizione quel matrimonio misto.
Insomma, avete capito. Da un lato il governo inglese che tutto (o quasi) pretende di decidere in quei territori lontani, dall’altro il peso fortemente simbolico della tradizione tribale: in mezzo i due piccioncini decisi a rompere il muro di pregiudizi e ipocrisia, a dimostrare che il Bechuana ha tutto da guadagnare da quell’amore “scandaloso”.
“A United Kingdom. L’amore che ha cambiato la storia” procede secondo un copione piuttosto prevedibile: il sentimento mozzafiato, le nozze ribelli, la riprovazione simmetrica dei bianchi e dei neri, le menzogne di Churchil, che nel frattempo ha rivinto le elezioni, l’esilio londinese di Seretse, la gravidanza solitaria di Ruth già nel Bechuana, infine la vittoria del buon senso e dei nuovi equilibri internazionali. Oggi il Bechuana si chiama Botswana, un discendente di Seretse governa, democraticamente eletto dai cittadini.
Ci sono voluti anni per girare il film, coprodotto e molto voluto dall’attore David Oyelowo, che naturalmente interpreta il carismatico e sensibile Seretse; mentre la bianchissima Rosamund Pike, in vacanza da Hollywood, conferisce dignità, bellezza e orgoglio proto-femminista alla dattilografa ripudiata dalla famiglia. Un tempo si sarebbe detto “un film per signore”, oggi non saprei.
Michele Anselmi