A metà degli anni Settanta, George Lucas progettò di raccontare in più di due trilogie una storia familiare di stampo romanzesco, fortemente melodrammatica e che avesse il pretesto di una mise-en-scène spettacolare nello spazio. La terza trilogia rimase solo un’idea abbozzata. Si comprende dunque perché il fenomeno Star Wars continui ancora oggi, nonostante la volontaria presa di distanza di Lucas da quel mondo: Guerre stellari torna, non solo per evidenti ragioni di soldi e storicità nel cinema, ma anche per l’incredibile affezione da parte dei fan nutrita nel corso dei decenni… J.J. Abrams e la Disney arrivano in soccorso in nome della saga e di quel sentimento che con la sua luce propria ha chiamato di nuovo a sé dei talenti cinematografici per interpretare altre vicende che essa stessa bramava di raccontare. Così in sala in questi giorni assistiamo all’alba di una nuova trilogia, che si riproduce dichiaratamente in un discorso autoreferenziale che forse supera un po’ i limiti, ma non trascura affatto i suoi nuovi elementi e personaggi in gioco.
Se Il Risveglio della Forza sembra in prima istanza una sorta di prologo transitorio indebolito dai suoi mille rimandi e apparizioni gigionesche di Harrison Ford, tuttavia, ha molte frecce al suo arco e svolge più che degnamente le sue funzioni. Innanzitutto la regia di Abrams si occupa di prendersi i tempi e i piani giusti per conoscere in particolare Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren (Adam Driver) nei loro atteggiamenti. Inoltre si mette a servizio della saga talmente da riuscire a resuscitarne lo spirito, continuando ad adottare anche tutti i vezzi stilistici di Lucas, vedi ad esempio le minuzie delle transizioni video a iris e a tendina. Driver e la Ridley hanno una tale fisicità ed espressività che si è avuta l’occasione di farli letteralmente brillare in più di una scena. Il pubblico sarà invogliato a scoprire di più di questi due nuovi rappresentanti dei poli opposti della Forza. E Andy Serkis, nel ruolo del Leader Supremo, detto anche Snoke, è proposto in un’apparizione ologrammica ingigantita che cita spudoratamente l’introduzione graduale della figura dell’Imperatore Darth Sidious/Palpatine nella prima trilogia.
Abrams in collaborazione con lo sceneggiatore originale, Lawrence Kasdan, ripropone i tipici progressi dei protagonisti all’interno dell’ormai consolidato percorso labirintico dell’eroe tragico, che crede di sapere e invece è ignaro di tutto. Questa volta l’approccio è quello della miglior produzione cinetelevisiva attuale, che procede per suggerimenti, suggestioni, suspense e colpi di scena audaci focalizzandosi sulle dinamiche umane, psicologiche e sulle vicende parallele portate avanti dal montaggio alternato. In questo Star Wars – Il Risveglio della Forza migliora senza dubbio la qualità dell’opera, assieme al reparto tecnico della fotografia e degli effetti. Non di meno conto sono le interpretazioni di Harrison Ford e Carrie Fisher, i quali nonostante la forzata reintroduzione dei loro ruoli dopo trent’anni, tentano di raccontare una storia tutta loro con tanto di drammi annessi che li hanno segnati e continuano a farlo duramente. Lucas, ormai fuori dal franchise dal 2012, alla visione del film finito, ha reagito con un commento notevole: “I fan lo adoreranno perché è il film che vorrebbero, ma per me sarà come rivedere la mia ex al suo nuovo matrimonio!”. C’è da dargli ragione.
Furio Spinosi