L’angolo di Michele Anselmi

“Mi stanno sul cazzo tutti” sibila Nadia, la quasi diciassettenne protagonista di “La ragazza ha volato”, il film di Wilma Labate che oggi, giovedì 23 giugno, esce nelle sale con Adler Entertainment dopo l’anteprima veneziana a settembre 2021 nella sezione Orizzonti Extra. Incuriosisce naturalmente che la sceneggiatura sia firmata dai fratelli D’Innocenzo, che in quella stessa Mostra erano in concorso con “America Latina”, anche se la regista ci ha messo molto del suo nel riprenderla in mano. “Questa storia mi ha fulminato perché racconta un’adolescente nel clima dell’inerzia che tanto pervade oggi le nostre vite” scrive Labate. Purtroppo, a dispetto del titolo, risulta un po’ inerte anche il film.
Nadia è bella e musona, frequenta l’Istituto alberghiero, ha una famiglia dove non ci si parla, sembra murata viva in una scontrosa femminilità che pure attrae gli uomini. Infatti un coetaneo la corteggia nel modo giusto regalandole un ghiacciolo, salvo poi rivelarsi minaccioso e brutale, deciso a stuprarla senza tanti complimenti
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Lei, come paralizzata, non reagisce, ma dopo niente sarà come prima. La sequenza dura venti minuti, affinché lo spettatore viva sulla propria pelle un mix di imbarazzo e sofferenza.
Siamo in una Trieste livida e spenta, non convenzionale, una specie di terra di confine dove le bellezze dell’illustre passato convivono con le insicurezze del mediocre presente. Qui Nadia si muove senza attendersi nulla, quasi rassegnata, e forse si spiega così il suo silenzio enigmatico, quel suo rinunciare a battersi. Anche se, forse, da quell’atto feroce, simile a quanto accade alla giovane mamma di “Madres paralelas”, nascerà qualcosa di buono che riporterà una specie di sorriso sul volto della ragazza. Non così succedeva alla Mouchette di Robert Bresson, a tratti, si direbbe, evocata dal film.
Introdotto da un elaborato piano sequenza, “La ragazza ha volato” è costruito in buona misura sul viso e il corpo di Nadia, che l’attrice torinese Alma Noce incarna assecondando lo stile scelto da Labate: dialoghi smozzicati, molti trasalimenti, il cinismo o peggio dei maschi di ogni età. Di sicuro Nadia resta un mistero, un po’ come la francese Lise di “La ragazza con il braccialetto”.

Michele Anselmi