Il nuovo film di Jasmila Zbanić | Nelle sale italiane dal 27 gennaio

Il titolo originale bosniaco de Il Sentiero, “Na putu” vuol dire essere in cammino verso una meta. Un percorso non solo reale ma anche spirituale alla ricerca di un equilibrio difficile da raggiungere per la giovane coppia di Sarajevo protagonista del film. Luna e Amar, che condividono un passato devastato dalle guerre etniche del loro Paese, sembrano aver trovato serenità e amore. Di tradizione musulmana ma non praticanti, i due giovani sono perfettamente calati in uno stile di vita occidentale, anche se Amar, che non ha ancora rimarginato le ferite della guerra, alza troppo il gomito. I due cercano anche di aver un figlio ma sono costretti a ricorrere alla fecondazione artificiale, mentre nel frattempo Amar viene licenziato perché sorpreso a bere sul posto di lavoro.

Sarà l’incontro con un ex commilitone, da anni seguace della dottrina wahhabita, a segnare l’inizio di una trasformazione non solo interiore ma anche fisica di Amar che vedrà nei confini rassicuranti del fondamentalismo religioso la possibilità di sfuggire ai fantasmi del passato. E Leon Lučev, uno degli attori croati più popolari e apprezzati, rende eccezionalmente la trasformazione che avviene in lui. Ma il nuovo approccio alla vita di Amar influenzerà a tal punto la sua visione del rapporto di coppia che i percorsi esistenziali dei due giovani sembrano destinati a prendere direzioni opposte.  

 "Una volta a casa di amici, ho incontrato un uomo che ha rifiutato di salutarmi con una stretta di mano. Disse che non stringeva la mano alle donne. Mi sono sentita insultata. Volevo capire perche` e cosi` ho iniziato a fare delle ricerche sul movimento salafita, ed e` stato allora che mi sono resa conto della precaria condizione della donna, sola ed emarginata, in queste comunita` integraliste". Su questo sfondo si muove il personale percorso di Luna, interpretata dalla bella e promettente attrice croata Zrinka Cvitesic, che messa davanti ad un bivio dovrà scegliere tra l’amore per Amar e l’orgoglio di donna libera da quelle regole che sanciscono la totale subordinazione della donna al marito.

Sebbene apparentemente possa sembrare un film sulla religione, Jasmila Žbanić  desidera invece mostrare, attraverso le difficoltà di una coppia, a cosa può portare il fanatismo religioso. E lo fa senza cadere nella trappola delle generalizzazioni, – "i media spesso associano il salafismo al terrorismo islamico" ha dichiarato la regista – o polemizzare sull’Islam, un universo di principi, valori e tradizioni eterogeneo, messo comunque a dura prova nella corsa verso l`occidentalizzazione intrapreso dalle società dei paesi dell’ex Jugoslavia dilaniati da anni di conflitti etnici e religiosi. Insomma ancora una prova convincente per la regista bosniaca che dopo Il Segreto di Esma, opera vincitrice dell’Orso d’Oro a Berlino nel 2006, sale nell`olimpo dei talenti piu` promettenti del panorma europeo.

Monica Straniero