A colloquio con Serena Bedini, docente di scrittura creativa presso la Laba (Libera Accademia di Belle Arti) e critica letteraria per varie riviste, che ha pubblicato per Odoya “Scrittori sulla scrittura – Guida di scrittura creativa attraverso i grandi autori”, un percorso per imparare i ferri del mestiere di scrittore direttamente dai grandi della letteratura mondiale.
“Guida di scrittura creativa attraverso i grandi autori”, che completa il titolo “Scrittori sulla scrittura”, definisce in maniera esemplare il campo di indagine del testo. Quanto sono importanti sintesi e chiarezza espositiva nello scrivere?
Serena Bedini: Penso che sintesi e chiarezza siano due delle caratteristiche che un bravo autore deve possedere. Che si tratti di saggistica o di narrativa, non giova mai essere prolissi o confondere il lettore con troppi artifici. Un saggio eccessivamente corposo annoierà chi ne affronta la lettura, costringendolo a saltare alcune parti a beneficio di altre. In questo modo, il destinatario del testo, sia esso uno studente, un appassionato o un professionista, non potrà avere una visione d’insieme e perderà di fatto la possibilità di fruire dell’opera come sarebbe stato auspicabile. Nello stesso senso, chiarezza e sintesi vengono in soccorso anche nella narrativa: senza il pregio della sintesi si corre in effetti il rischio di soffermarsi su minimi dettagli con estenuanti descrizioni, togliendo slancio alla tensione narrativa. La mancanza di chiarezza, d’altro canto, rende l’intreccio caotico e fumoso, non consente all’autore di coinvolgere il lettore, venendo meno così al principale intento del narrare.
I testi raccolti nel volume, tutti di autori dell’Ottocento e del Novecento, guidano il lettore in un vero e proprio percorso formativo. In che modo ha scelto questi saggi e perché li ha preferiti ad altri?
S.B.: “Scrittori sulla scrittura” nasce principalmente dalla curiosità: mi piace leggere manuali di scrittura e via via mi sono resa conto che “insegnare a scrivere” o “dare consigli di scrittura” sono due intenti che hanno caratterizzato autori di ogni tempo e di ogni nazionalità. Così, nel 2018, ho cominciato a comporre una bibliografia che si è sempre più arricchita. Ovviamente ho dovuto ritagliare in essa un percorso che avesse una sua coerenza, in modo da dare un messaggio il più possibile chiaro a chiunque si avvicinasse alla lettura di “Scrittori sulla scrittura”. Ho privilegiato nelle scelte iniziali gli autori che amo e mi sono resa conto che nei loro suggerimenti c’era un’idea comune o, in certi casi, il pensiero dell’uno poteva persino costituire uno sviluppo del convincimento dell’altro. Su questa base, ho effettuato le successive selezioni, prendendo in considerazione autori che potessero collegarsi tra loro non per epoca o per stile di scrittura, quanto più per il modo di concepire la nobile arte di scrivere. Infine, all’interno di questa scelta, ho cercato di privilegiare scrittori di generi diversi, in modo da poter andare incontro a varie tipologie di destinatari.
Leggendo il libro – senza prestare particolare attenzione al nome dell’autore, che sia Henry James o Stephen King – ci si trova alle prese con una singolare unità che dà corpo ad una vera e propria storia più che a un insieme di saggi. In che modo ha lavorato alla progressione dei vari contributi?
S.B.: La composizione di “Scrittori sulla scrittura” ha attraversato due fasi che definirei cruciali: in un primo momento ho scritto una sezione per ogni autore presente in bibliografia. Studiando i testi, lasciavo che emergesse il pensiero di ciascuno, che mi apparisse chiaro il taglio da dare al capitolo che avrebbe contenuto quel determinato scrittore e i suoi consigli. Successivamente, una volta che ogni capitolo era stato redatto e io avevo una visione ormai chiara di tutto il lavoro, ho dato un ordine all’indice cercando di conferire all’insieme un’unità di fondo, una sorta di autentico percorso formativo per chiunque si accosti alla scrittura, attraverso le voci di Rilke, Woolf, Murakami, Rodari, King, Wharton, Calvino, ecc.
Da docente di Scrittura creativa e critica letteraria, quale crede sia l’importanza di conoscere gli strumenti tecnici giusti per creare una narrazione valida?
S.B.: La scrittura è un’arte e come tale necessita di una predisposizione naturale. Tuttavia, esattamente come la pittura, la scultura e qualunque altro tipo di espressione creativa dell’animo umano, anche la scrittura si nutre di studio, esercizio e preparazione. Nessun autore improvvisa, tutti sono costretti ogni giorno a provare, riprovare, migliorarsi e studiare. Partendo da questa considerazione, è logico comprendere che per scrivere una narrazione valida occorra conoscere e padroneggiare gli strumenti tecnici e per farlo i corsi di Scrittura creativa possono rappresentare una buona opportunità purché siano occasioni per ottenere spunti di riflessione e di ampliamento delle proprie conoscenze in ambito letterario. A mio avviso, un corso di Scrittura deve essere un punto di partenza, costituire, in altri termini, le basi sulle quali ergere il proprio castello. Non deve essere considerato un’abilitazione all’attività di scrivere, perché oggettivamente non può diventarlo: è solo un modo per prendere in mano i ferri del mestiere. Tuttavia dalla conclusione del corso in poi entrano in gioco il talento, la dedizione e lo studio costante. “Scrittori sulla scrittura” si propone dunque di essere un corso di Scrittura creativa in cui i docenti sono i più grandi autori internazionali degli ultimi due secoli: leggerlo significa comprendere una volta per tutte che la scrittura non è un’esibizione della propria vanità, bensì il frutto di una lunga preparazione, di esercizio e di studio continui.
Con la sua formula certamente particolare, “Scrittori sulla scrittura” può essere senz’altro utile agli scrittori principianti, che vogliono imparare a scrivere, sia agli scrittori affermati, che magari incontrano difficoltà nell’ultima stesura. È d’accordo con questa affermazione? Cosa accomuna le due tipologie nel momento in cui il lavoro della creazione letteraria mina tutte le certezze?
S.B.: Credo che ogni autore incontri dei momenti di sconforto, di confusione, di debolezza e indubbiamente leggere come i grandi suggeriscano di superare questo tipo di inconvenienti del lavoro può aiutare sia gli esordienti, sia quanti abbiano già pubblicato alcune opere. Tuttavia, a mio avviso, “Scrittori sulla scrittura” può risultare interessante anche a un’altra categoria di destinatari: gli amanti della lettura, i cosiddetti “lettori forti”, coloro che in tram, in metropolitana o nei tempi di attesa all’ufficio postale hanno sempre con sé un libro per non annoiarsi. Ebbene, penso che leggere molto significhi anche essere curiosi di sapere come nasca un’opera letteraria dal momento in cui, come dice Barthes, è solo un Fantasma a quando diviene un prodotto concreto, sia esso in carta o in formato digitale. Questo tipo di destinatari potrebbe indubbiamente trovare in “Scrittori sulla scrittura” un valido strumento per interpretare, comprendere e analizzare a fondo un romanzo o un racconto, senza cadere nei tranelli di scrittori di scarso valore e diventando maggiormente consapevole di chi sia davvero un bravo autore.