L’angolo di Michele Anselmi 

Se n’è andato, a causa di questo maledetto virus, l’attore e doppiatore Claudio Sorrentino. Aveva 76 anni. La sua voce calzava come un guanto sui volti di John Travolta e soprattutto di Mel Gibson, forse il suo prediletto: rotonda e pastosa, ma anche capace di sfumature sarcastiche, folli, rabbiose. Suoi, tra i tantissimi, anche il Richie Cunningham, ovvero Ron Howard, di “Happy Days”, e il Willem Dafoe nel ruolo di Gesù in “L’ultima tentazione di Cristo”; per non dire di Bruce Willis, Daniel Day-Lewis, Gérard Depardieu, Mickey Rourke. Non è stato solo un bravo doppiatore e direttore di doppiaggio, però; ha condotto fortunate trasmissioni tv come “Blitz” e “Tandem”, ha curato iniziative benefiche sui temi della tossicodipendenza, ricoperto cariche di carattere associativo nel mondo dello spettacolo, a un certo punto s’avvicinò anche alla politica tramite Forza Italia. Portava dei baffoni folti e aveva uno sguardo simpatico. Aggiungo un ricordo personale, se posso: quando mi sposai, nel lontano 1980, andai a vivere in una casa sul lungotevere dalle parti di viale Marconi, a Roma. Lui abitava all’ultimo piano con sua moglie, credo. Ancora non mi occupavo professionalmente di cinema o forse avevo appena cominciato: una mattina, incontrandolo per le scale, gli dissi ingenuamente che la sua voce mi ricordava molto quella di Travolta. Lui sorrise di gusto, senza dirmi subito tutto. Arrivato in redazione a “l’Unità” capii.

Michele Anselmi