L’oro di Ischia | Il festival dedicato alle location 

La nona edizione dell’Ischia Film Festival, conclusasi sabato 9 luglio con la premiazione dei vincitori nella suggestiva location della Chiesa Barocca diroccata del Castello Aragonese, non ha solo valorizzato i luoghi del cinema, ma anche i giovani artisti qui presenti come registi, attori, scrittori e produttori.
 
Li abbiamo così intervistati per conoscere come sono nati i loro progetti e quali sono quelli futuri.
 
Filippo Kulberg Taub ha presentato qui al Festival, curandone la traduzione e la biofilmografia, il libro Lo schermo della solitudine, l’autobiografia del mito Bette Davis, dove l’attrice statunitense traccia un bilancio della sua gloriosa carriera di Hollywood e della sua triste vita privata. Il libro, edito da Lithos, nasce, come lo stesso Kulberg ci ha spiegato, da un film importante per la sua carriera, ovvero Che fine ha fatto Baby Jane? Questo film mi ha aperto il mondo e mi ha fatto capire che dovevo studiare cinema. Mi ha sempre affascinato la sua vita di donna fragile e forte: infatti, ci sono due film che riescono a descrivere pienamente la personalità di Bette Davis: Eva contro Eva e Che fine ha fatto Baby Jane? Queste pellicole rappresentano una cesura tra la Bette Davis prima e dopo il ’62, quando appariva imbruttita e senza uomo. Anche nei film in costume, che lei ha preferito di più girare, emerge comunque la sua personalità, che può essere sintetizzata dai tre simboli che hanno accompagnata la vita dell’attrice: le sigarette, le scale e gli occhi.
 

 
L’altro giovane artista italiano incontrato all’Ischia Film Festival è Alessio Vitale: ospite del Festival dedicato alle location, ha già lavorato a Los Angeles e al momento è impegnato come attore sul set dell’ultimo film di Marco Tullio Giordana, Romanzo di una strage, che racconta la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969.
 
Lo abbiamo intervistato incuriositi dal suo anomalo e inverso percorso professionale attoriale che dalla California lo ha riportato a lavorare in Italia, dove si è laureato al Dams di Bologna. Io mi trovo bene a girare in Italia, ci ha detto, perché sono molto professionali: non bisogna, infatti, pensare che nella città di Los Angeles ci sia un modo di lavorare diverso da quello italiano. Così dai set americani, prevalentemente rappresentati dalle ville e dalle strade di Beverly Hills, è adesso su un set che ricostruisce la Milano di fine anni ’60: una location che gli piace di più perché ha l’aspetto più noir e più europeo. Quasi un film in costume sull’Italia stragista, dove Alessio interpreta il ruolo del testimone Pasquale Valitutti e dove si ricostruiscono in maniera dettagliata gli interni della Questura milanese del Commissario Calabresi e il circolo degli anarchici.
 

 

Sull’
isola ischitana c’era anche Michael Pritchett, il giovane produttore inglese di MindFulness & Murder: un lungometraggio fuori concorso, diretto da Tom Waller e ambientato in un misterioso monastero urbano di Bangkok. Da produttore esecutivo dell’opera ci ha spiegato quanto sia stato importante in questo film la scelta della location, come pure nell’opera precedentemente prodotta e girata nel Sud della Spagna.
 
Alessandra Alfonsi