Un amore parigino | Commedia con tocchi di dramma

Questa è la storia di Irma La Dolce, una storia di passione, di sangue, di desiderio e di morte, in definitiva tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Il luogo è Parigi…”.
 
Shirley MacLaine firmò il contratto senza aver neanche letto la sceneggiatura perché credeva in Billy Wilder e Jack Lemmon.

Salvo poi pentirsene, non era sodddisfatta dello script e ancora meno del film quando fu finito. Lo definì “volgare e sgraziato”. Fu sorpresa di aver ottenuto una nomination all`Oscar per la sua performance.

Ci permettiamo di dissentire da un “mostro sacro” dello star system. Questa commedia venata di dramma del 1963 ha una leggerezza e una brillantezza, a dispetto del tema “scabroso”, che ha pochi eguali.

Un ex poliziotto squattrinato Nestore (Lemmon) s`innamora di una deliziosa prostituta parigina Irma (MacLaine) che non vuole lasciare la “vita”, unica fonte di guadagno per entrambi.

Nestore, pazzo di gelosia, s`inventa un misterioso e ricchissimo Lord inglese (X) – lui stesso – che ne diventa l`unico cliente. Ma quando si accorge che la sua amata si sta innamorando del Lord, geloso perfino del suo alter ego, ne decreterà la morte dando il via ad una nuova serie di equivoci. Happy end finale d`obbligo.

La storia è tratta da una pièce francese di Alexandre Breffort del 1956, e Wilder trasforma le vicende della prostituta e del suo “pappone” in una affascinante pellicola ricostruendo negli studi la Parigi romantica dei café.

Aiutato in questo dalle musiche da Oscar di André Previn, da un`incantevole MacLaine, da un istrionico e clownesco Lemmon, vero mattatore del film. E da Lou Jacobi nei panni dell`amico di Nestore, Moustache. Buon umore e innocenza, gag e travestimenti in un caleidoscopico tourbillon che trasfigura la via dei piaceri nella strada del vero amore.

Francesca Bani